La storia
Il contenuto di quello zaino per un 58enne professore universitario parmigiano era davvero prezioso. Quindi, si può immaginare lo sconforto quando, arrivato a un appuntamento in sella alla sua bicicletta, ha scoperto di no averlo più. Ma questa è una disavventura a lieto fine, perché lo zaino è stato trovato da un ventiseienne di origine senegalese che lo ha strappato addirittura alle grinfie di un malintenzionato e poi lo ha consegnato ai carabinieri. E dalla caserma di via delle Fonderie è ritornato al legittimo proprietario.
Il docente mercoledì sera stava pedalando dal Campus dove lavora verso il centro e, arrivato a destinazione, si è accorto che lo zaino, fissato forse maldestramente alla bicicletta, non c'era più. Ha perciò rifatto il percorso più volte all'inverso, ma senza ottenere risultati.
«All'interno avevo l'iPad - racconta -, ma anche chiavi di casa, documenti, portafogli e carte di credito. Insomma, molto di quello che serve ogni giorno».
Una serata finita male, dunque, con l'incubo di dover rifare chiavi e documenti, oltre ad avere perso importanti informazioni contenute nel computer.
Ma l'amarezza ha lasciato presto il posto alla gioia quando il docente ha ricevuto la telefonata dei carabinieri che gli hanno comunicato che il suo zaino era nella caserma di via delle Fonderie. A portarlo era stato un giovane operatore socio-sanitario di origine senegalese, nella nostra città da una decina d'anni, che lavora in una struttura per anziani di Alberi di Vigatto.
«Lo ha visto e raccolto - conferma l'insegnante parmigiano - al semaforo di via Langhirano, dopo la rotonda del Campus». Aggiunge anche un particolare non indifferente dal momento che il ventiseienne avrebbe anche «difeso» lo zaino da un malintenzionato che lo aveva notato più o meno nello stesso momento e lo voleva prendere «non per restituirlo ma forse per impossessarsi del contenuto». Addirittura, secondo il racconto, avrebbe millantato di essere il legittimo proprietario. «Allora, dimmi cosa contiene all'interno» gli ha chiesto a brutto muso l'operatore sanitario. E l'altro, a quel punto, avrebbe mollato l'osso.
Il prof parmigiano, saputo chi gli ha fatto ritrovare le sue cose, lo ha anche voluto incontrare per ringraziarlo ma anche per consegnarli «una piccola ricompensa. Se non lo avessi ritrovato avrei dovuto spendere tra i mille e i duemila euro - aggiunge - per ricompare l'iPad e per fare i vari duplicati. Invece, grazie all'onestà di questa persona, ho recuperato tutto».
Tra lui e l'operatore sanitario è nata una sorta di amicizia e il trentenne gli ha confidato i suoi timori legati alla vita quotidiana. «Mi ha rivelato che teme di dover lasciare la casa in cui è in affitto - conclude -, speriamo che riesca a rimanere nella sua abitazione o trovarne un'altra adeguata. È una persona che lo merita».
M.Cep.
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