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FIDENZA

La nuova dirigente scolastica Franzoni: «La scuola? Dialogo, inclusione e organizzazione»

La nuova dirigente scolastica Franzoni: «La scuola? Dialogo, inclusione e organizzazione»

di Nicola De Ieso

28 Novembre 2024, 03:01

Dialogo, organizzazione e inclusione sono le coordinate su cui è incentrato il nuovo corso dell’Istituto comprensivo di Fidenza, sotto la guida della dirigente Simonetta Franzoni, che ha accettato di rispondere alle domande della Gazzetta.

Dopo un periodo di tensioni, l’Istituto apre con lei una nuova stagione. Che idea si è fatta della comunità scolastica di Fidenza?

Ho scelto l’Ic Fidenza per il legame con il mio incarico di ruolo alla scuola dell’infanzia Rodari. Quindi per me è stato come un “ritornare a casa” in un territorio che conosco e ho amato, in cui sono nata e ho abitato. Rispetto alle situazioni passate dell’istituto, sinceramente, conosco poco le dinamiche che le hanno generate. Ho cercato di creare fin da subito un clima sereno e conciliante, per andare incontro sia alle esigenze dell’organizzazione e, se possibile, alle esigenze del personale.

Molti genitori hanno protestato nel recente passato, chiedendo maggiore dialogo con la scuola. Qual è il suo modello di rapporto con le famiglie?

Di solito vaglio le richieste e metto un ordine di priorità alle stesse, perché alle volte le esigenze dei genitori vanno valutate attentamente e con cura, ma altre nascondono insicurezze e hanno solo bisogno di essere ascoltati e accolti. Io rispondo direttamente via mail ai genitori e li ricevo per risolvere i problemi, cercando soluzioni pedagogiche ed educative, coinvolgendo anche i docenti, che in primis conoscono le situazioni e intervengono sui ragazzi. Non esiste un modello preciso per rapportarsi con le famiglie, ma il dialogo e l’ascolto sono importanti per non ingigantire i problemi.

Quali sono le maggiori criticità che ha riscontrato nella vita dell’Istituto?

La maggiore criticità è legata ai progetti Pnrr: troppi e in poco tempo, con scadenze assurde rispetto alle dinamiche e all’organizzazione scolastica. Bisognerebbe avere tempi più distesi per progettare e spendere al meglio le risorse, che generosamente ci hanno assegnato.

Progetti e iniziative didattiche misurano la dinamicità di un Istituto. Quali novità ha in cantiere?

La scuola in questo periodo storico dovrebbe essere un missile spaziale lanciato verso un nuovo pianeta, tanti progetti ci sono e la velocità che ci viene richiesta per renderli attuabili. Oltre ai progetti ministeriali ed europei ci sono quelli che da anni caratterizzano il nostro istituto scolastico e che coinvolgono direttamente le famiglie, a partire dalla scuola dell’infanzia e, con un po’ più di difficoltà, fino alla scuola secondaria.

La scuola pubblica è un fondamentale tassello nella costruzione di una comunità coesa e democratica. Qual è la sua visione di legame con la città?

Ho sempre avuto buoni rapporti con gli enti presenti sul territorio, in primis il Comune; pertanto, continuerò il dialogo con le istituzioni, fruendo delle opportunità che mi vengono offerte. Di recente sono venuti in visita il sindaco Malvisi e la vicesindaca Bariggi, alcuni assessori e i vigili urbani per su temi importanti come il bullismo e la lettura. Sono grata a tutti coloro che vorranno piantare un piccolo seme, che pima o poi germoglierà.

Sui banchi dell’Istituto siedono sempre più studenti provenienti da ogni parte del mondo. Secondo lei, la sua scuola riesce ad essere fino in fondo luogo d’inclusione e d’integrazione tra culture diverse?

L'accoglienza è il nostro biglietto da visita. Entro spesso nelle classi per condividere perplessità ed emozioni. Non esiste l’italiano, il marocchino, il moldavo, esistono i miei ragazzi, i miei alunni, con cui scambio due parole e a cui alle volte faccio una lavata di testa, ma sempre in un’ottica educativa e di accettazione reciproca. La fatica più grande, per molti di loro, è l’ostacolo della lingua, ma una volta abbattuta la barriera tutto è più semplice. Per me la diversità è un valore.

Cosa chiederebbe alla comunità scolastica e alle Istituzioni per il bene della scuola?

Una cosa molto semplice: avere fiducia nella scuola. Il rapporto tra scuola e famiglia è importantissimo per una crescita sana e genuina. Non chiedo nient’altro, solo collaborazione e fiducia, che non sono cose scontate, anzi.

Nicola De Ieso

© Riproduzione riservata

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