×
×
☰ MENU

Top Imprese Parma: la ricerca

«Imprese in salute che continuano a investire»

«Imprese in salute che continuano a investire»

di Patrizia Ginepri

05 Dicembre 2024, 03:01

Mille bilanci passati al setaccio, una mappatura altamente rappresentativa del tessuto imprenditoriale del nostro territorio e delle performance che riguardano il 2023. La presentazione della prima edizione di Top Imprese Parma non può che partire dai numeri e a snocciolarli è Pier Luigi Marchini, ordinario di Economia aziendale all'Università di Parma che ha coordinato l'indagine insieme alla collega Veronica Tibiletti.

«Sono due gli aspetti che contraddistinguono la ricerca - premette Marchini -: la volontà di avere un campione di imprese capace di rappresentare in modo significativo l'economia del nostro territorio e il proposito di analizzare nuovi dati, ad esempio il costo del personale».

Ricavi e utili aggregati

Il primo dato, sicuramente d'impatto, riguarda i ricavi aggregati delle prime mille aziende del Parmense relativi al 2023 che raggiungono un valore complessivo di 36, 6 miliardi, in crescita del 5% sul 2022. Lo spettro è molto ampio e va dai 4,9 miliardi del Gruppo Barilla ai quasi 4 milioni di euro della millesima azienda. «La percentuale dei ricavi deve essere tuttavia interpretata tenendo conto dell'incremento degli effetti inflattivi sui prezzi di beni e servizi avvenuto negli ultimi anni - sottolinea Marchini - al tempo stesso un aspetto particolarmente positivo è stata la capacità delle imprese parmensi di attuare politiche di riduzione dei costi e di efficientamento». Tornando ai numeri aggregati, «il risultato operativo, il margine operativo e l'utile, sono saliti rispettivamente del 13,6%, del 13,4% e del 16,2% rispetto all'anno precedente evidenziando una crescita reale dei redditi delle imprese analizzate – afferma Marchini – a cui si affianca un incremento complessivo anche dal punto di vista dei dati patrimoniali. Più nel dettaglio, i valori delle attività di bilancio complessive e del patrimonio netto crescono rispettivamente del 10,2% e del 12,7%, passando il primo dai 37,5 miliardi di euro del 2022 ai 41,3 miliardi del 2023, mentre il valore dell'equity totale passa da 15,5 miliardi a 17,4 miliardi».

Indicatori di redditività

Come spiega l'economista, «i risultati sono particolarmente positivi sia per quanto riguarda la redditività delle vendite (Ros) media che passa dal 5,5% del 2022 al 6,8% del 2023, mentre la redditività del capitale investito (Roi) media sale dal 7% al 7,8%. Risulta invece in controtendenza la redditività per i soci. Il Roe medio registra un calo del proprio valore passando dal 13,4% al 12,2% e questo potrebbe in parte spiegarsi come conseguenza dell'aumento della patrimonializzazione delle imprese da parte dei soci».

Per quanto riguarda l'occupazione, tra sedi italiane ed estere, le prime mille imprese di Parma hanno registrato complessivamente 104.127 dipendenti nel corso del 2023, in crescita del 3,1% sul 2022.

I riscontri meno positivi arrivano dagli indici finanziari. «A fronte di una sostanziale stabilità a livello di indice di indebitamento - spiega Marchini - si riscontra un peggioramento dell'indice di copertura degli oneri finanziari (-7,6). La lettura che ne diamo è che questo andamento può essere la conseguenza delle politiche finanziarie che molte aziende hanno adottato nel periodo post pandemico, ovvero il ricorso all'indebitamento per sostenere la crescita delle attività patrimoniali sembra essere andato di pari passo con le politiche di autofinanziamento, dovendo sostenere oneri finanziari più elevati dovuti ai tassi di interesse più alti del periodo». Nella sua articolata presentazione, Marchini ha fornito molti altri dati interessanti. A cominciare dal fatto che 705 aziende su mille sono Srl, 221 le Spa, mentre nelle prime 50 posizioni, risultano 25 i gruppi che predispongono il bilancio consolidato. La rappresentanza più nutrita del campione riguarda le imprese di commercio e distribuzione, seguono i settori dell'agroalimentare e della meccanica generale. Tutte le aziende analizzate hanno contribuito all'aumento dei ricavi, mentre sono quelle di media classifica ad aver realizzato più utili. C'è poi il fronte dell'export: il 24% dei ricavi è realizzato all'estero, il 76% in Italia. Un dato che non deve trarre in inganno, perché il campione analizzato è in gran parte composto da aziende del terziario, mentre alcuni settori come farmaceutico e vetro hanno percentuali di export elevatissime e in generale la manifattura parmense, comprese le pmi, ha una forte vocazione a esportare.

Lo scenario

Lo studio sulle imprese di Parma si colloca in uno scenario in cui il Pil italiano risulta cresciuto del 0,9% nel 2023. La relazione annuale di Banca d'Italia ha evidenziato un'espansione progressiva dell'attività nel terziario e si conferma una crescita ancora molto sostenuta nel settore delle costruzioni, dovuta agli incentivi pubblici. A livello regionale, infine, i numeri sono leggermente migliori rispetto alla media nazionale, con un aumento del Pil nel 2023 dell'1,1%. La manifattura è risultata particolarmente dinamica in alcuni distretti come l'alimentare e la meccanica. In questo scenario si colloca l'economia di Parma: imprese in salute che investono per continuare a crescere e competere.

Patrizia Ginepri

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI