PARMA
È passato giusto un anno: ma come lamenta mestamente una delle persone beffate dall'inspiegabile «chiusura» del negozio Mercatopoli di via Calestani «è passato invano. Perché dodici mesi dopo siamo al punto di partenza: truffati e delusi».
Una amarezza che è facile comprendere: è proprio nei giorni a cavallo del Natale del 2023 che un misterioso cartello è apparso sulla porta del punto vendita «Mercatopoli Parma Centro» affacciato su via Chiavari (mentre quello «Parma Sud» di via Gian Pietro Sardi a Vigatto era ed è regolarmente aperto e operativo): «Chiuso per problemi tecnici» diceva il foglio promettendo a breve la riapertura. Quella porta però, da allora, è rimasta sempre sigillata.
E i clienti, coloro che avevano lasciato oggetti in conto vendita e quelli che dovevano ritirare i propri soldi, nonostante denunce e esposti non hanno mai ricevuto nulla. Mentre i titolari, che per un po' avevano anche risposto al telefono invitando tutti «ad avere un po' di pazienza», sono spariti nel nulla. L'ultima volta, parlando con la «Gazzetta» si erano limitati a dire: «Sono affari nostri, non dobbiamo spiegare niente a nessuno. E a breve ai clienti saranno restituiti i loro oggetti». Non è proprio andata così.
«Infatti la sola novità da allora è che la Guardia di Finanza, pochi giorni fa, mi ha contattata – spiega una delle clienti alleggerita di una somma di alcune migliaia di euro. - Mi hanno detto che a breve verrò sentita come parte lesa e con me altri clienti. Ovviamente io andrò in caserma e racconterò la storia ma mi chiedo? A che scopo? E dopo tutto questo tempo cosa potranno fare?».
Una domanda condivisa anche da una delle dipendenti del «Mercatopoli Parma centro» che per mesi, prima della chiusura repentina, non ha ricevuto lo stipendio così come a bocca asciutta sono rimasti il padrone dell'immobile e i fornitori. Qualcuno all'epoca aveva provato a fare i conti del buco lasciato dai gestori scomparsi: si era arrivati facilmente a molte decine di migliaia di euro. E si trattava di un calcolo piuttosto prudente.
«Stupisce che solo ora la Finanza, su mandato della procura, abbia deciso di approfondire la vicenda – racconta una altre delle persone beffate. Che nei giorni scorsi passando in via Chiavari ha sobbalzato: «Ho visto le luci accese e le porte aperte e ho inchiodato». Una frenata che è servita per capire che il punto vendita ha davvero riaperto. Ma che è tutto nuovo. Nuovo il logo all'esterno, nuova la gestione, nessun legame con il passato.
Molti clienti, intanto, in questi mesi, hanno girato dovunque per Parma sperando di ritrovare i propri oggetti che però paiono essersi volatilizzati e il sospetto è che i titolari preparando la fuga, abbiano provveduto a vendere il tutto sottobanco. Possibilmente fuori dalla nostra zona.
«Essere stati imbrogliati da fastidio, ci mancherebbe: io ho perso oltre 10mila euro. Ma quello che proprio non riesco a sopportare è sapere che se si fosse intervenuti tempestivamente, quando il caso è esploso, probabilmente si sarebbe potuto salvare qualcosa», lamenta uno dei clienti, e sono almeno una sessantina, che hanno sporto denuncia.
Ma i giorni sono diventati settimane e poi mesi: e il deposito con l'insegna «Mercatopoli Parma Centro» che pareva chiuso, in realtà, viveva. Anche se per lo più di notte.
Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto uno strano viavai di camion in orari antelucani e sbirciando dalle finestre si sono visti oggetti di ogni genere sparire. Il caso più eclatante è del maggio scorso quando un intero Tir era stato riempito di attrezzature da palestra destinate al paese africano del Ghana. I titolari, nel frattempo irreperibili, l'avevano venduto in blocco e doveva essere spedito in Africa per attrezzare un centro sportivo. Solo l'acume dell'autista del camion che aveva annusato odore di bruciato ha bloccato la spedizione.
Poi altri, nei mesi successivi, avevano visto dei lavori in corso che avevano creato sospetto ma si è trattato, come detto, dei regolari interventi dei nuovi titolari che sistemavano il deposito.
E le merci rimaste? E i soldi incassati e mai versati? Dove siano lo stabiliranno forse le indagini delle forze dell'ordine. I due ex titolari, secondo le voci, si sarebbero trasferiti al sud, verso la regione d'origine mentre la conclusione della storia spetta all'ennesimo cliente gabbato: «Lo scorso sotto l'albero abbiamo trovato la fregatura. Siamo scottati: non vorremmo che un anno dopo oltre al danno ci fosse pure la beffa».
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