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Paura

Via Pisacane, armato di coltello semina il panico in un bar

Via Pisacane, armato di coltello semina il panico in un bar

di Michele Ceparano

02 Gennaio 2025, 03:01

È entrato nel bar in stato confusionale e ha perfino estratto un coltello urlando di «chiamare la polizia» e che «voleva essere arrestato». È stato quasi immediatamente accontentato ma dopo aver seminato il panico in un locale del centro.

Sono stati momenti di autentico terrore quelli vissuti al «Farnese» di via Pisacane, locale conosciutissimo del centro cittadino, meta obbligata per chi ama un aperitivo in compagnia ma anche degustare qualche piatto della nostra tradizione.

Ieri, primo giorno dell'anno, il locale era regolarmente aperto, come da tradizione. Una giornata tutto sommato normale in cui c'è stato il solito viavai dei parmigiani che si sono goduti la prima «vasca» del 2025.

Erano passate da poco le 19, però, quando la routine del locale è stata bruscamente interrotta. Un uomo di origine africana intorno alla trentina, a un certo punto è entrato precipitosamente nel bar, in cui c'erano una delle titolari, una dipendente e alcuni avventori. Si è capito subito che non si trattava di un cliente perché quel tipo ha dato subito l'impressione di essere in forte stato di alterazione, almeno sul piano psichico.

Si è, infatti, messo ad urlare e a buttare per aria tutto quello che ha trovato nelle vicinanze. Poi, improvvisamente, ha estratto un coltello urlando: «Chiamate la polizia, voglio essere arrestato». Non si è avvicinato alla proprietaria e nemmeno le ha puntato il coltello contro. Non era un rapinatore, ma questo non ha tranquillizzato i presenti. Anzi, forse la situazione - con uno così alterato nel locale e, per giunta, con un coltello in mano - era addirittura di maggior rischio.

Sta di fatto che l'allarme è scattato immediatamente e al Farnese, per primi, sono arrivati alcuni militari dell'Esercito che erano di pattuglia proprio nei paraggi. Insieme a loro anche gli agenti della polizia locale e poi gli uomini della polizia di Stato che hanno preso in consegna l'uomo, che non avrebbe opposto resistenza, e l'hanno accompagnato in questura.

Tutto si è consumato in poco tempo ma alla titolare quei minuti devono essere sembrati un'eternità. Donna dalla forte personalità che non si lascia facilmente impressionare nemmeno dai clienti più prepotenti, come sa bene chi la conosce, è rimasta comunque piuttosto colpita da quello che è accaduto nel suo locale.

«Sono stati momenti terribili - non nasconde quello che ha provato -, non capivo cosa volesse. Prima urlava e poi si è messo lì, come in attesa, con un coltello. Non ero sola nel locale, ma temevo anche per gli altri. Per fortuna - aggiunge - che qui con me non c'era mia figlia». Un pensiero che la aiuta a cercare di dimenticare quei momenti.

Poi, come ogni sera, chiude il locale e va a casa. Domani è un altro giorno e lei sarà, come sempre, dietro al bancone del suo bar. Con una storia in più da raccontare, ma di cui avrebbe fatto sicuramente a meno.

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