La Consulta
Beati i tempi in cui le gambe tremavano solo per interrogazioni e compiti in classe. Per ritrovar la calma, bastava studiare il giusto, magari senza strafare. E poi se andava male si poteva pur sempre rimediare. Qui, invece, un pugno in faccia (o anche peggio), quando lo hai preso te lo tieni, pensando che la volta dopo possono anche essere due o tre. Non è più la scuola con le sue doverose prove a far paura (o almeno non solo), ma è ciò che sta fuori. In agguato sui viali, agli angoli strategici delle strade, alle pensiline... Hic sunt leones, anche se forse è fuori luogo scomodare il re della foresta a proposito dei bulli e dei baby picciotti di quart'ordine pronti a sopraffare a minacce o a fatti i ragazzi che vanno a lezione e, ancora di più, sono sulla strada di casa, per esigere «tangenti». Non sono più casi sporadici, ma un'epidemia di violenza che sta modificando abitudini e limitando libertà date per scontate fino a ieri.
Alle testimonianze di genitori e studenti del Melloni pubblicate l'altro ieri dalla Gazzetta, con il racconto del «rischio di violenze continue» per rapine o per il semplice bisogno di qualcuno di mostrarsi più forte di altri, ora si aggiunge il grido d'allarme della Consulta provinciale degli studenti. Il presidente Sebastiano Roti e la vice presidenteMaria Sofia Tagliavini sono a loro volta intervenuti con una lettera aperta al nostro giornale, sintesi di un disagio sempre più dilagante. «Qui, come in tante altre città, il tema della “violenza nelle scuole e tra i giovani” è uno dei più sentiti perché riguarda nel concreto e con troppa frequenza i giovani studenti del nostro territorio - scrivono i due rappresentanti della Cps -. Come parte del corpo studentesco e nel nostro ruolo di rappresentanza, ci sentiamo in dovere di riflettere, con questa lettera pubblica, su un tema che coinvolge più di 21.000 studenti di Parma e provincia».
«Sulla Gazzetta di Parma - prosegue la lettera aperta - diversi sono stati gli articoli pubblicati che trattano di violenza tra i ragazzi: si evidenzia ciò che, ormai quotidianamente, succede in viale Maria Luigia e presso barriera Bixio, vale a dire risse sempre più frequenti, atti di bullismo e vere e proprie rapine ai danni di giovani studenti. I casi di viale Maria Luigia, inoltre, non sono gli unici, anzi. Anche altri Poli scolastici della città e della provincia sono stati teatro di gravi atti di violenza verso i quali non si può rimanere indifferenti. Come studenti ci sentiamo di esprimere preoccupazione per quanto sta accadendo con troppa frequenza nelle immediate vicinanze di molti dei nostri istituti scolastici, poiché riteniamo inaccettabile che gli studenti e le studentesse, all’uscita da scuola, abbiano paura ad aspettare alla pensilina dell’autobus, rinuncino spesso di avvalersi del trasporto con i mezzi pubblici o venga loro impedito semplicemente di sentirsi sicuri a camminare da soli».
«Questa lettera - continuano Roti e Maria Sofia Tagliavini - ha come obiettivo quello di manifestare vicinanza da parte dei componenti della Consulta ai ragazzi e alle ragazze che hanno subito episodi violenti. Vogliamo, inoltre, ricordare quanto sia fondamentale denunciare ogni forma di violenza, perché per fermare la dilagante criminalità giovanile, non si deve mai giustificare il comportamento di bulli e violenti».
«La Consulta, organo studentesco rappresentante di tutte le scuole superiori di Parma e provincia, vuole lanciare un appello alle istituzioni del territorio: ora più che mai c’è bisogno di un confronto costruttivo tra studenti, famiglie, istituzioni scolastiche e Comune per fornire risposte concrete e soluzioni valide. La Consulta è pronta a portare il proprio contributo e raccogliere la voce di tanti studenti per affrontare l'urgente problematica».
rob.lon.
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