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Il presidente

Fadda: tutti i progetti della Provincia per il 2025

Fadda: tutti i progetti della Provincia per il 2025

di Claudio Rinaldi

10 Gennaio 2025, 03:01

Presidente Fadda, che bilancio traccia dei primi cento giorni alla guida della Provincia?

«Sono stati cento giorni molto intensi, durante i quali ho potuto conoscere l’intera struttura provinciale. Ci sono stati incontri con i dirigenti e con tutti i dipendenti e le dipendenti. Un confronto molto utile per fissare gli obiettivi da raggiungere. Sul piano politico-amministrativo mi sono confrontato spesso con la squadra di consiglieri che mi affianca in questo percorso, certamente molto sfidante. Siamo consapevoli del fatto che alla Provincia siano state lasciate poche funzioni e, soprattutto, poche risorse. Ma siamo ben consci anche del fatto che nella Provincia continuano a riporre molte speranze ed aspettative gli amministratori comunali di tutto il Parmense che nel nostro ente vedono un punto di riferimento al quale rivolgersi per affrontare, insieme, problematiche dei loro territori».

Appena eletto, ha annunciato che avrebbe incontrato tutti i sindaci, per capire le reali esigenze del territorio, dalla Bassa all’Appennino. Che riscontri sta avendo?

«Dal giorno dell’elezione ho iniziato un percorso di incontri con i miei colleghi sindaci e con alcune associazioni del territorio. Questo percorso proseguirà anche nelle prossime settimane perché la mia intenzione è proprio quella di dialogare con tutti. Dai confronti è emersa una volontà diffusa, a prescindere dalle colorazioni politiche, di affrontare insieme i problemi per cercare di risolverli. Le faccio un esempio pratico. In occasione delle nevicate dell’8 dicembre si sono avuti black out elettrici in diverse zone del Parmense, soprattutto in pedemontana e montagna. Il confronto con i sindaci di quelle zone è stato immediato e, superata la fase di crisi, insieme al sindaco di Noceto e vicepresidente regionale dell’Anci Fabio Fecci abbiamo chiesto un incontro ufficiale a E-Distribuzione, al quale ha partecipato anche la Protezione civile regionale. Durante l’incontro si è parlato degli investimenti dei 5 anni precedenti e di quelli del futuro prossimo da parte di E-Distribuzione, unico modo per superare il rischio black out. Abbiamo deciso, inoltre, di convocare entro la primavera un’assemblea per fornire a tutti i sindaci, specie ai neo eletti, tutte le indicazioni necessarie per agire correttamente in caso di gravi calamità».

Il ponte di Casalmaggiore è una delle priorità più urgenti. A che punto siamo?

«Al momento stiamo portando avanti la campagna dei sondaggi all’interno dell’alveo del fiume. Questa fase si dovrebbe concludere entro l’estate per poter poi terminare la progettazione delle fondazioni del ponte. Nel frattempo, entro la primavera, dovremmo definire i contenuti della convenzione da sottoscrivere con Anas per definire gli elaborati progettuali da inviare alla stessa Anas per il prosieguo della fase di realizzazione del ponte. Il passaggio al nuovo codice degli appalti, che ha richiesto di ridefinire gli accordi tra Provincia ed Anas, e le condizioni meteo-idrauliche non favorevoli per i sondaggi in alveo hanno certamente dilatato i tempi, rispetto ad una prima stima. Di contro abbiamo cercato di anticipare l’interlocuzione con tutti i vari enti preposti in modo da dirimere ora tutte le questioni in modo che l’Anas possa procedere in maniera celere in fase di progettazione. Da pendolare – vivo a Torrile e lavoro a Casalmaggiore – so benissimo quale sia il valore dei nostri ponti sul Po sul piano economico e sociale per migliaia di famiglie ed aziende. Anche per questo l’attenzione è massima. Ho incontrato il sindaco di Colorno Christian Stocchi e il Comitato TrenoPonteTangenziale. Si sta cercando di ridurre al massimo i tempi, ma l’opera è ovviamente complessa e richiede passaggi approfonditi ed un coordinamento tra enti diversi, non sempre semplice, per affrontare tutte le questioni tecniche».

E il ponte Verdi di Ragazzola?

«A Ragazzola il cantiere è avviato. Parliamo di un intervento da 20 milioni di euro che consentirà il rifacimento di 35 campate su 60 prevalentemente per la parte in alveo – con rifacimento di marciapiedi, cordoli e soletta con impermeabilizzazione – e il ripristino e potenziamento delle pile in acqua per i quali interverrà personale specializzato in lavorazioni subacquee. L’obiettivo sul ponte di Ragazzola, lungo 2,5 chilometri, è di concludere tutto entro la primavera del 2026. Stiamo monitorando costantemente i lavori affinché i tempi siano rispettati. Nel corso del mese di gennaio faremo un incontro, in cantiere, con l’azienda per fare il punto della situazione in merito al rispetto delle tempistiche».

Quali sono le altre priorità che si è posto?

«La mia priorità è fare della Provincia, sempre più, un reale punto di riferimento per tutti i comuni del Parmense. Specie per i più piccoli e distanti dal capoluogo. Vengo da un comune di dimensioni medio-piccole e so quanto sia difficile, alle volte, affrontare determinate questioni, da soli. Poche settimane fa, ad esempio, in Provincia abbiamo promosso un convegno per fornire ai Comuni le indicazioni utili sul come gestire gli appalti oltre i 2 milioni di euro con il nuovo approccio Bim, Building information modelling. Senza queste indicazioni un Comune di piccole dimensioni rischia di dover rinunciare a certi progetti perché non strutturato per poterli gestire. Quando parlo di Provincia in aiuto ai piccoli enti penso proprio ad iniziative come questa».

Come stanno procedendo i lavori finanziati con i fondi del Pnrr? Il tempo stringe.

«Bene. L’intervento più importante attualmente in corso è certamente la realizzazione del nuovo Itis Leonardo da Vinci in via Toscana. Si tratta di un lavoro da 14,2 milioni di euro, con fondi Pnrr, che prevediamo di completare nel febbraio del 2026. Il primo lotto è alle fasi conclusive con la realizzazione delle prime 12 nuove aule. Poi ci sarà la demolizione dell’edificio esistente per andare a terminare a marzo 2026 per un totale di 39 aule in un edificio a consumo di energia quasi zero. Un altro lavoro significativo che è stato completato, nell’ambito del Pnrr, è il nuovo edificio scolastico di viale Maria Luigia: sono stati impegnati 4,2 milioni di euro per 11 nuove aule pienamente operative già dallo scorso settembre. E poi ci sono altri 16 interventi per 15 milioni di euro: si tratta di svariati lavori di manutenzione e dell’ampliamento dell’Itis Galilei a San Secondo, con una spesa 3,7 milioni di euro».

Quali sono gli investimenti previsti per il 2025?

«Per il 2025 abbiamo stanziato quasi 29 milioni di euro per gli investimenti: 12,5 per l’edilizia scolastica e 16 per la viabilità. Per l’edilizia scolastica è in appalto la procedura aperta per la realizzazione del nuovo edificio per l’ampliamento dell’istituto Gadda di Fornovo per quasi 5 milioni di euro: di quali 700mila della Provincia, 2,5 milioni della Fondazione Cariparma, 1 milione di privati – Innovation Farm – e 500mila di Crédit Agricole). Sta avanzando anche la progettazione esecutiva dell’ampliamento dell’Itis Berenini di Fidenza e prosegue la progettazione esecutiva per la realizzazione dell’ampliamento del Food Farm 4.0 a Fraore per complessivi 3,9 milioni di euro di cui 2,5 milioni da Fondazione Cariparma, 300mila da Barilla, 700mila dalla Provincia e 400mila da privati. Infine sta procedendo la progettualità per la nuova gara per l’appalto del Servizio gestione calore e multiservizio tecnologico per gli immobili di proprietà e di competenza della Provincia di Parma per i prossimi 9 anni per un importo di circa 45 milioni di euro complessivi».

Qual è la situazione delle strade provinciali?

«Certamente complessa. Dobbiamo gestire 1.200 chilometri di strade. Più della distanza tra Parma e Messina, per rendere l’idea. E ci sono anche 836 ponti. Proprio grazie al Piano Ponti della Provincia nel 2025 interverremo sul Verdi a Ragazzola; sul ponte di Scipione a Salsomaggiore lungo la Sp57 (620mila euro) e sul ponte sullo Stirone lungo la Sp12 a Castellina di Soragna (5,5 milioni di euro) prevedendo anche la realizzazione di un ponte provvisorio di tipo militare in ferro durante l’attività di cantiere al fine di garantire il collegamento con la rete autostradale. Stiamo, inoltre, terminando la progettazione di due ponti in acciaio sul rio Corsenna sulla Sp28 di Varsi ed il Ponte Lamberti sempre sulla Sp 28 per un impegno finanziario totale di 4 milioni ed il ponte sul canale Fumolenta sulla Sp 60 di Coenzo di Sorbolo Mezzani per 2,8 milioni. Per quanto riguarda le strade avvieremo il rifacimento della Sp33 a fianco del canale Milanino a Sissa Trecasali (4,3 milioni di euro); proseguiremo il censimento ed il rifacimento della segnaletica stradale verticale e l’attività di manutenzione in corrispondenza di ben 110 movimenti franosi. Per le manutenzioni del corpo stradale abbiamo a bilancio 9,3 milioni di euro ai quali si aggiungono 5 milioni di euro per attività di sgombero neve, spargimento sale e sfalci di erba».

Ha annunciato da subito che intende puntare molto sul turismo. Come?

«Facendo rete. Ci sono tante eccellenze sul territorio provinciale. L’idea è quella di farle dialogare sempre di più. Ci sono numeri importanti come quelli dei Musei del Cibo, unica rete in Italia di questo genere, che nel 2024 hanno fatto registrare oltre 35mila visitatori, +11% rispetto al 2023. Crediamo molto nel turismo didattico. Nella sola Reggia di Colorno è in programma la visita di oltre mille studenti all’anno nell’ambito del progetto “Un patrimonio per la scuola”. E poi c’è tutto il filone del turismo slow con lo sviluppo dei percorsi ciclabili. Cultura, gastronomia e natura (con i parchi) sono le nostre punte di diamante da valorizzare insieme ai comuni e agli enti di promozione turistica».

L’ingresso della Reggia di Colorno nella rete delle residenze reali europee è molto promettente. Ma intanto sono urgenti lavori per contrastare il degrado della struttura.

«Sì. Nel bilancio 2025 abbiamo stanziato i primi 500mila euro che consentiranno di progettare gli interventi di sistemazione della Reggia per le annate 2026 e 2027 (4 milioni di euro) e 2028 (altri 500mila euro) grazie a fondi del ministero dei Beni culturali ottenuti grazie all’ottimo lavoro di squadra svolto da Provincia, Regione e Ministero. In programma ci sono lavori per la valorizzazione ed estensione degli spazi museali, in particolare attraverso il completamento dei restauri del piano nobile del Palazzo Ducale e il conseguente “ritorno a corte” dei beni e arredi originariamente locati in Reggia e oggi dispersi in Italia, e il restauro conservativo e la valorizzazione degli spazi esterni (cortili e parco della Reggia) del complesso monumentale, per dare attuazione ad una visione museale completa, identitaria e maggiormente competitiva nel panorama nazionale ed europeo, sia per valore storico culturale che per fruibilità ed interesse dei visitatori. Il progetto prevede il completamento dei restauri dell’appartamento del Duca e della Duchessa, mentre per quanto riguarda gli spazi esterni si prevedono interventi florovivaistici relativi al giardino alla francese e la messa in sicurezza del parco romantico con l’inserimento di nuovi esemplari arborei».

A proposito di turismo, ci sono due attrazioni molto amate che aspettano, da oltre un anno, una soluzione: quando saranno individuati i gestori del rifugio Lagoni e degli impianti di Pratospilla?

«Per Lagoni stiamo ultimando il bando per l’individuazione dei nuovi gestori. Dovrebbe essere pubblicato entro i primi giorni di febbraio per poi affidare la gestione in primavera. È stato necessario un po’ di tempo perché si sono dovute affrontare diverse questioni e si è inoltre deciso di intervenire per realizzare alcuni interventi sulla struttura. Abbiamo scelto di puntare, dallo scorso agosto, su un percorso partecipativo, con tanto di questionario, per capire quali possano essere gli interessi dei fruitori di questo luogo. Il percorso partecipativo ci ha consentito di definire un bando volto ad individuare un gestore che colga le attuali necessità. Stesso discorso vale per Pratospilla dove stiamo definendo un bando che consenta di valorizzare sia la seggiovia che l’area ricettiva, con albergo e bar. È innegabile che tutte le stazioni dell’Appennino emiliano siano in forte difficoltà: in chiave sciistica non hanno un futuro roseo, per questo riteniamo si debba puntare sulla destagionalizzazione valorizzandole anche in altri periodi dell’anno».

Quando si sbloccherà la (paradossale) situazione di Schia?

«Schia non è di diretta competenza della Provincia, ma gestita da privati. Tuttavia anche su Schia siamo pronti a ricoprire il ruolo che ci compete, ossia quello di facilitare l’accesso dei gestori privati ad eventuali finanziamenti regionali per valorizzare questo luogo».

Il territorio chiede, a gran voce, infrastrutture. Qual è la sua opinione sullo sviluppo dell’aeroporto, sulla fermata dell’Alta velocità e sul completamento della Ti-Bre?

«Per l’aeroporto sono favorevole ad uno sviluppo in ottica di spostamento passeggeri, mentre sono contrario ad uno sviluppo commerciale in quanto non funzionale a un territorio come il nostro e, soprattutto, con impatti ambientali che riterrei sproporzionati rispetto agli eventuali vantaggi economici. Credo vi siano le condizioni per un potenziamento in ottica passeggeri per il Verdi, considerando la mole di viaggiatori che già oggi gravita su Bologna, spesso in affanno. Sono pienamente d’accordo anche sulla realizzazione di una fermata dell’Alta velocità a Parma. Per quanto riguarda la Ti-Bre credo che la situazione attuale sia paradossale. Abbiamo un troncone di autostrada che termina in aperta campagna a Trecasali. Così non ha alcun senso e, pertanto, sono favorevole al completamento della Ti-Bre. L’attuale situazione con l’apertura del casello a Trecasali, senza le opere connesse che sta realizzando la Provincia, non farebbe altro che congestionare di traffico piccole strade di campagna tra Trecasali e Torrile, soprattutto con il passaggio di mezzi pesanti».

Come sono i rapporti con il Comune capoluogo?

«Molto buoni. Il confronto è costante su tutti i temi che interessano entrambi gli enti ed anche su quelle situazioni che, seppur non relative a funzioni condivise, insieme possiamo affrontare meglio. Durante l’ultima assemblea dei sindaci, quella che ha portato all’approvazione del bilancio, ho molto apprezzato le parole del sindaco Michele Guerra che, durante il suo intervento, ha sottolineato come gli enti locali debbano lavorare insieme per la ricerca di fondi, a fronte di un taglio costante delle capacità di spesa. L’asse importante costruito con il Comune di Parma, insieme alla spinta dell’azione della Regione guidata dal presidente de Pascale, sono la base per il miglioramento dei servizi del nostro territorio».

Soddisfatto della giunta nominata dal neo presidente della Regione, de Pascale?

«Sì. I componenti della Giunta regionale che conosco, a partire da Massimo Fabi, sono tutte persone di grandissima levatura. Per gli altri assessori che non conosco direttamente credo che, essendo stati scelti dal presidente de Pascale, abbiano certamente tutte le carte in regole per portare il necessario contributo per il bene della nostra Regione. Avendo fatto il sindaco per più di dieci anni penso che così come accade per la formazione delle giunte comunali anche a livello regionale il presidente scelga con molta attenzione le figure che ritiene giustamente più idonee al raggiungimento degli obiettivi».

Da uomo del Pd, come ha preso la scelta di non nominare assessore nessuno dei consiglieri che hanno raccolto oltre diecimila preferenze?

«Da esponente del Pd avrei preferito che, oltre all'importante ruolo tecnico arrivato alla nostra provincia, ci fosse anche il riconoscimento con un posto in giunta per uno dei tre consiglieri espressione del Partito democratico. La mia è una riflessione che si basa sui risultati ottenuti in termini di preferenze personali. In quest’ottica, per altro, il Pd ha sempre fatto piuttosto bene negli ultimi anni. Lo testimoniano i numeri di preferenze di esponenti Pd alle elezioni comunali di Parma; alle elezioni amministrative del Parmense dove il Pd ha confermato e conquistato comuni ed anche alla recente tornata elettorale regionale. Le donne e gli uomini del Pd che sono scesi in campo hanno spesso incontrato il favore degli elettori, un premio al loro impegno per il nostro bellissimo territorio».

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