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NOCETO

Studenti intossicati a Folgarida, le famiglie saranno risarcite. E le somme si alzano

Studenti intossicati a Folgarida, le famiglie saranno risarcite. E le somme si alzano

di Georgia Azzali

10 Gennaio 2025, 03:01

Noceto Indimenticabile quella settimana bianca. Non certo per le sciate elettrizzanti sulle nevi del Trentino. I ragazzini erano partiti nel gennaio 2020 dalla «Pelacani» per raggiungere Folgarida e altri studenti erano arrivati da istituti di Imola, Pontedera e Ancona: 130 in totale, insegnanti compresi, di cui una sessantina dalla media di Noceto, per cui l'esperienza si era rivelata maledettamente sorprendente: vomito, problemi gastrointestinali, mal di testa, vertigini e svenimenti, in alcuni casi. Dodici alunni erano finiti perfino al Pronto soccorso e molti erano stati assistiti in una sorta di ospedale da campo allestito nei corridoi dell'albergo.

Colpa dello Staphylococcus aureus e del Bacillus cereus contenuti nell'insalata di riso, nella pasta fredda e persino nell'acqua servite sui tavoli dell'hotel Union di Folgarida in cui alloggiavano ragazzi e insegnanti. Ma soprattutto responsabilità del titolare dell'albergo, accusato di lesioni colpose per aver somministrato sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica, oltre che di commercio di sostanze alimentari nocive per aver fatto sì che l'infezione proliferasse. E se il gestore - 42enne, trentino -, dopo aver ottenuto la messa alla prova lo scorso marzo (80 giorni complessivi di lavoro al servizio del Comune), ha completato nei giorni scorsi il suo percorso ottenendo così l'estinzione dei reati, per le famiglie dei ragazzini e per i docenti sono stati disposti i risarcimenti definitivi. Già a marzo, per le 34 parti civili costituite erano stati stabiliti 430 euro a testa (di cui 230 sborsate dall'assicurazione dell'hotel e altri 200 aggiunti dal giudice Claudia Miori). Ma dopo la battaglia portata avanti dall'avvocato Daniele Carra, insieme al collega Alessio Stacchiotti di Ancona, la cifra è lievitata, senza dover dare il via a una lunga causa civile, ma dopo una trattativa serrata con l'assicurazione: 1.000 euro circa per chi si era costituito parte civile e poco più della metà per le famiglie dei ragazzi che invece non si erano costituite.

Risarcimenti «personalizzati» in base ai disturbi che si erano manifestati, perché solo una parte dei 130 ragazzi aveva accusato sintomi piuttosto seri. «Quei 430 euro stabiliti inizialmente erano assolutamente inadeguati - spiega l'avvocato Carra - basti pensare che le famiglie avevano speso 300 euro per quella settimana bianca. Inoltre, i genitori avevano dovuto raggiungere i figli portati in ospedale perdendo così giorni di lavoro».

Si era poi aperta anche la partita con l'agenzia viaggi che aveva organizzato la settimana bianca e pretendeva dalla scuola Pelacani l'intera somma, nonostante gli alunni avessero potuto beneficiare della vacanza solo per due giorni prima del pasto da dimenticare. La guerra nelle aule di giustizia è arrivata fino in Corte d'appello, ma anche in questo caso si va verso un accordo.

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