Rincari
Non è solo il gusto deciso del chicco tostato a svegliare al mattino i parmigiani, ma anche il conto che accompagna cappuccini e brioche.
Dopotutto si sa, i rincari delle materie prime hanno colpito duro, e così anche il caffè comincia ad avere il suo prezzo salato, rendendo il rituale della colazione, un tempo piacere semplice, un lusso da ponderare.
Secondo i dati più recenti il prezzo del caffè Arabica è aumentato del 72%, mentre il Robusta ha visto un balzo del 52%.
Il cacao ha registrato un incredibile +132%, mentre il succo d’arancia è salito del 63%. Solo lo zucchero raffinato ha visto una lieve flessione del 16%, che non basta a bilanciare il peso degli aumenti.
Tra i bar del centro il prezzo medio di un caffè oscilla tra 1,40 e 1,50 euro, il cappuccino ha raggiunto facilmente l’euro e ottanta, mentre una brioche farcita supera spesso i 2 euro.
E da dietro i banconi, i gestori delle caffetterie raccontano la loro battaglia quotidiana, tra rincari e frammenti di quotidianità: «Tra siccità in Brasile e Vietnam, e costi di spedizione alle stelle, il prezzo del caffè non può che salire - comincia a spiegare Vito Schiavo, titolare della storica caffetteria, cioccolateria, gelateria Banchini -. I clienti non sono sempre contenti e si lamentano, ma c’è molta disinformazione: non si considera tutto ciò che sta dietro a una tazzina. Servizio, luce, caffè di qualità, coperto. Noi cerchiamo di mantenere un livello alto da sempre, selezionando con cura le miscele. Ma questo ha inevitabilmente un impatto sui costi. È una sfida quotidiana trovare un equilibrio tra qualità e sostenibilità economica».
A sostenerlo c’è anche Simone Ruggiero, dipendente della caffetteria Ciacco Lab, che conferma il fenomeno: «Abbiamo aumentato i prezzi di pochi centesimi, ma i clienti lo notano subito. Sul comparto dolciario, in particolare, l’aumento del burro, e specialmente del cacao ha pesato. Di recente, poi, abbiamo invertito rotta - prosegue - e tendiamo a fare impasti alla francese, e non all’italiana. Ciò richiede un diverso utilizzo delle materie prime, che non sempre ci agevola in fatto di prezzi. E’ anche per questo che abbiamo alzato l’asticella. Cerchiamo di spiegare ai nostri clienti che dietro i nostri croissant ci sono ingredienti di qualità e lavorazioni artigianali che oggi costano molto di più rispetto a qualche anno fa. Tuttavia, comprendiamo le difficoltà di chi si trova a dover fare i conti con il proprio budget quotidiano».
E se il rituale del caffè al bar sembra non poter ancora mancare nella routine dei parmigiani, il mondo della pasticceria fa sempre più fatica: «Sul caffè in particolare il nostro fornitore non ci ha presentato degli aumenti a cui far fronte. Ma il cioccolato e il burro hanno raddoppiato i prezzi - aggiunge Gualtiero Pagani, titolare della pasticceria Pagani -. Per ora resistiamo sui prezzi delle brioche, che sono sui 2,10 euro, ma sulla pralineria dovremo sicuramente intervenire, perché non possiamo sacrificare la qualità dei nostri prodotti. È un periodo molto complesso, ma confidiamo nella comprensione dei nostri clienti, specialmente degli affeziona-
ti».
Insomma, in questo panorama di rincari c’è chi accetta la situazione e chi si lamenta, scegliendo magari di fare colazione tra le mura di casa. E mentre le tazzine tintinnano sui piattini, una dopo l’altra, il conto continua a lievitare. Una piccola amara verità, proprio come un espresso senza zucchero.
Ginevra Maria Bianchi
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