I NEONATI MORTI E SEPOLTI IN GIARDINO
Pellicciotto color cammello e sigaretta tra le dita: una pausa sulla loggia di casa per qualche boccata di fumo. Chiara Petrolini è tornata nei giorni scorsi nella villetta di Vignale, dissequestrata ai primi di dicembre. Si era allontanata, andando a vivere in un appartamento a Parma, insieme ai genitori ad agosto, subito dopo il rientro dalla vacanza negli Stati Uniti. Subito dopo la scoperta del segreto ineffabile che teneva nascosto dentro di sé da più di un anno: due figli fatti nascere da sola in quella casa e sotterrati nell'aiuola sotto la finestra della sua camera. Indagata per duplice omicidio e soppressione di entrambi i cadaveri, continuerà a trascorrere gli arresti domiciliari, scattati il 20 settembre, tra quelle quattro mura. Almeno fino all'ordinanza della Cassazione, che dovrà disegnare il suo futuro prossimo: carcere, come ha stabilito il Riesame, dopo il ricorso della procura contro l'ordinanza del gip, oppure annullamento del provvedimento dei giudici bolognesi con un eventuale rinvio per una nuova decisione. L'udienza dovrebbe essere fissata nei prossimi giorni.
I piccoli nati in casa
Ma nel frattempo la famiglia ha scelto di rientrare nella villetta di via Baietta. Il teatro di tutto. Dell'inizio e della fine di una storia che suscita ancora incredulità. La storia della ragazza perbene, della studentessa di Scienze dell'educazione così straordinariamente amorevole con i bambini degli altri quando si guadagnava un po' di soldi facendo la baby sitter, che poi sotterra i suoi figli subito dopo la nascita. Il primo partorito nel maggio 2023, di notte, nella sua camera da letto. E l'altro il 7 agosto scorso, in taverna. Nessun dubbio sul fatto che il secondo sia nato vivo: l'autopsia ha stabilito che il piccolo è morto dissanguato in poco tempo dopo il taglio del cordone ombelicale, la cui lesione non è stata chiusa. Per quanto riguarda il primogenito, non ci sono certezze assolute sul fatto che fosse vivo, visto che sono stati trovati solo poveri resti ossei, ma la probabilità è molto elevata: «E' del tutto prospettabile che la causa del decesso non sia da ascriversi ad una Mef (morte endouterina fetale, ndr)», si sottolinea nella relazione autoptica.
Bugie e ammissioni
Eppure, Chiara non ha mai fatto ammissioni. Ha tentennato, a tratti. Ma non è mai crollata nei due interrogatori in cui ha deciso di parlare. «Aveva gli occhi aperti, ma non emetteva suoni», aveva detto parlando del bambino nato ad agosto. Mentre il 10 settembre, sentita ancora dagli inquirenti che le chiedevano in quali condizioni fosse il primogenito, aveva raccontato quasi tentando di giustificarsi: «Ho provato a scuoterlo, non respirava e l'ho messo in giardino».
La paura dei giudizi
Non vuole. O forse non può ammettere nemmeno a se stessa l'orrore. Come se quei bambini fossero altro da sé. Ma - soprattutto - in entrambi gli interrogatori, visto che poi sceglierà il silenzio sia davanti al gip che durante il terzo faccia a faccia in procura, nega che i bambini siano nati vivi. Eppure, rispondendo a una domanda precisa dei magistrati, dice: «Io volevo i bambini. Li volevo vivi». Eppure, sul web fa ricerche su come nascondere la pancia o come abortire.
Ma perché liberarsene? Perché calarli in una buca? Chiara spiega di non aver mai rivelato a nessuno le gravidanze e di aver partorito sempre da sola, senza l'aiuto di amiche o conoscenti, e poi racconta di avere avuto paura del giudizio «dei genitori e del paese». E, nel caso del secondo parto, anche di quello del fidanzato.
I parti «al momento giusto»
Nega anche di avere indotto i parti, anche se diventa molto difficile credere che possa aver fatto nascere i figli «al momento giusto», quando era sola in casa e poche ore prima del viaggio negli Stati Uniti, nel secondo caso. Sul web sono state trovate ricerche sul misoprostolo, un farmaco che può essere utilizzato per indurre il parto o abortire, ma è anche vero che non risultano suoi acquisti né online né nelle farmacie.
La scoperta dei segreti
Il 9 agosto era stata la nonna di Chiara a ritrovare il corpicino del bambino portato alla luce dai cani di famiglia che avevano scavato nel terriccio dell'aiuola. Il primo neonato scoperto, ma in realtà il secondogenito, perché il 7 settembre, a poca distanza, vennero scoperti i resti di un altro bimbo, il primo figlio di Chiara. Subito dopo la scoperta del primo corpicino, gli investigatori avvertirono la famiglia di quel ritrovamento nel loro giardino, pur ovviamente non sapendo ancora nulla di quel piccolo, e la decisione fu quella di proseguire la vacanza fino al 19 agosto, come programmato.
Al ritorno una parte della storia era già drammaticamente scritta: Chiara era la madre di quel bambino. E due settimane dopo un nuovo capitolo. Il secondo figlio. Un altro passo nell'abisso.
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