PARMA
Il giorno dopo il tragico investimento in cui ha perso la vita il 66enne Pellegro Bosi, per tutti Sandro, quelli che passano per quel punto maledetto di via Riomaggiore, zona palasport di via Pellico, si fermano. Per una preghiera e un ricordo. Qualche residente, però, ribadisce anche che, negli ultimi tempi, quel rettilineo è diventato molto pericoloso. «In certi orari passano troppe auto e qualcuno va troppo forte (nel mentre, a conferma di quello che sta dicendo, un'auto sfreccia verso via Sanremo, ndr)». Una mattinata di sole, quella di ieri, che fa a pugni con quello che è successo il giorno prima. Bosi, che aveva lavorato come benzinaio e poi alle Poste, poco dopo le 8,30 era uscito di casa per la solita passeggiata mattutina con i suoi due cani. Voleva raggiungere l'area verde che si trova dall'altra parte della strada. Ma appena sceso dal marciapiede, in prossimità delle strisce pedonali, all'incrocio tra via Riomaggiore e via Levanto, per cause al vaglio della polizia locale, è stato investito da una Toyota Yaris alla cui guida c'era un 43enne anch'egli residente nel quartiere. L'uomo non ha potuto far nulla per evitare Bosi che, sbalzato ad alcuni metri di distanza, è morto sul colpo. Inutile, purtroppo l'intervento del 118 e del personale medico.
Il giorno dopo nel quartiere non si parla d'altro. Ma il discorso si sposta anche fatalmente sul tema sicurezza. Perché via Riomaggiore è una strada relativamente tranquilla tranne, prosegue un residente, «in certi orari di punta. Tipo alle 8 o dopo mezzogiorno, ma anche intorno alle 18». Quello che dice ricalca quanto scritto alla Gazzetta da un altro residente poche ore dopo la tragedia.
«Chi arriva da via Pellico - prosegue -, dove si trova il Panorama, sceglie questo come percorso alternativo per sbucare più velocemente in via Spezia ed evitare il traffico che, all'altezza della rotatoria, in certi orari è elevato. Da via Pellico molti svoltano, infatti, in via Confalonieri Casati, poi continuano per via Riomaggiore, via Sanremo, via stretta in cui la gente si ostina a parcheggiare lungo la strada invece di scegliere altre vie vicine in cui di posti auto c'è abbondanza, via Portofino, via Manara per sbucare in via Spezia». Anche se la tragedia di martedì mattina non sarebbe stata causata dalla velocità, questo è un tema che resta caldo. C'è chi propone i dissuasori, anche se «forse è una soluzione estrema». Una donna, che abita proprio davanti al punto, tra le due fermate dell'autobus, dove si è consumata la tragedia, racconta di averla vista «quasi in tempo reale. Abito al primo piano e stavo facendo colazione con mio figlio. Ho sentito solo il rumore, ma mio figlio ha visto quell'uomo volare. Ci siamo subito affacciati mentre il conducente dell'auto si era già fermato e aveva chiamato i soccorsi. Si è comportato nella maniera giusta. Questa è una tragedia anche per lui». Abita in via Riomaggiore «da 25 anni e, con il tempo, anche il traffico è aumentato. Soluzioni? Non saprei». Un consiglio però lo dà. «Vede le strisce pedonali dove è accaduto l'incidente? - conclude -, le prime si vedono chiaramente mentre le seconde sono sbiadite. Forse si potrebbe partire da lì».
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