SICUREZZA
È finita? Questa volta sembrerebbe proprio di sì: un'ordinanza del Comune impone alla titolare del market etnico in via Borghesi, una stradina che collega via Verdi e via Garibaldi, di abbassare per sempre la saracinesca. Un risultato molto atteso dopo anni di inferno. Già, perché questo piccolo negozio di alimentari, che aveva preso il posto dell'ex osteria L'oca nera, per troppo tempo è stato un vero e proprio incubo, sia per chi in via Borghesi ci vive e lavora, sia per chi passa da queste parti una volta ogni tanto. Buona parte di ciò che non andava nella via e nei dintorni sembrava legato alla presenza di questa minuscola bottega.
Schiamazzi, risse, aggressioni, spaccio alla luce del giorno, rifiuti, muri delle case scambiati per latrine e per questo un continuo viavai di sirene e divise. È andata avanti così per anni, tra lamentele, proteste, telefonate alle forze dell'ordine ed esposti.
In più occasioni, quando dentro e fuori dal market etnico veniva superato ogni limite, scattavano i provvedimenti di chiusura temporanea. Poi però tornava tutto come prima, ammesso che le sanzioni venissero rispettate: eventualità, questa, tutt'altro che scontata, come sa bene chi è stato costretto a convivere per anni con questo vicino ingombrante, chiassoso, indesiderato.
Chi abita da queste parti ha esaurito tutte le sfumature della rabbia, per poi passare alla rassegnazione. Ieri però è arrivata la svolta che potrebbe rendere le giornate dei residenti un po' più tranquille, grazie all'ordinanza comunale (Settore attività produttive ed edilizia), che obbliga la titolare a chiudere una volta per tutte il suo negozio di alimentari. Che poi di cibi ne venivano venduti pochi, stando alle testimonianze dei residenti. Quello che andava per la maggiore erano gli alcolici, soprattutto le birre da pochi euro in formato maxi.
Ieri pomeriggio la saracinesca era abbassata ma, come detto in precedenza, non è la prima volta che accade. Lo confermano le cronache degli ultimi anni: basta digitare la parola «via Borghesi» che dall'archivio spunta una schermata piena di notizie di cronaca nera. Anche i divieti di assembramento durante il Covid in questo market venivano ignorati. Non mancano nemmeno le lettere disperate in cui, dopo l'ennesima rissa, qualcuno implorava al Comune e alle forze dell'ordine di riportare l'ordine in questa piccola via.
Il lungo elenco di violazioni e irregolarità messe a verbale negli ultimi anni ha portato il Comune a prendere una decisione drastica, affidando ai carabinieri del Nas l'esecuzione dell'ordinanza di chiusura.
Giusto per capire di cosa si sta parlando, va ricordato che nel dicembre 2022 un'ispezione del Servizio igiene alimenti e nutrizione dell'Ausl scopre 20 chili di sgombro congelato sfuso e ricoperto di grumi di ghiaccio. Impossibile risalire all'origine del pesce: manca ogni indicazione. Passano i mesi, ma la situazione non cambia: a giugno 2023 l'Ausl scopre 4 chili di pesce congelato di provenienza ignota, oltre a rilevare «pessime condizioni di pulizia», «sporcizia» e «sudiciume». In più c'è pure un bagno «sporco e maleodorante».
Anche in carabinieri del Nas bussano alla porta del market etnico, per notificare alla titolare ulteriori provvedimenti di natura igienico sanitaria, come il sequestro di 20 chili di alimenti tra pesce, arachidi, mais e peperoncini.
C'è poi un ulteriore controllo, del dicembre 2024, che dimostra come la pulizia non sia un tratto distintivo del negozio. Durante l'ispezione vengono scoperti ragni, ragnatele, macchie di unto e il congelatore a pozzetto pieno di ghiaccio.
Purtroppo, per gli abitanti della zona le irregolarità non si limitavano alla scarsa pulizia. Ora che il Comune ha fatto abbassare la saracinesca, i residenti sperano che non arrivino nuovi gestori e, con loro, anche nuovi problemi.
Pierluigi Dallapina
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