Comunità unita
Una riflessione, un momento di preghiera. Come un abbraccio. «Non si può fare altro che stare vicino in questo modo a Papa Francesco», riflette Niccolò Fratello, un fedele appena uscito dalla parrocchia del Beato Andrea Carlo Ferrari.
Ieri mattina, infatti, durante la maggior parte delle messe celebrate a Parma, parroci e fedeli hanno dedicato un pensiero al Pontefice, che in queste ore sta attraversando un momento difficile nel letto dell'Ospedale Gemelli di Roma.
Arriva forte il messaggio dalla comunità parmigiana, guidata dal vescovo Enrico Solmi: «Questo è il momento di rafforzare la preghiera - riflette il vescovo - sappiamo che sono ore cruciali per la sua salute stando ai bollettini medici». L'invito «è quello di pregare tutti insieme, anche nelle case - prosegue Monsignor Solmi - e anche per i non credenti è importante un momento di raccoglimento per il Santo Padre, che tanto ha fatto per la Chiesa e per la pace». Poi un augurio personale: «Bergoglio deve mettercela tutta, tenere botta, per dirla alla parmigiana - afferma il vescovo - e nello stesso tempo deve affidarsi al Signore». L'auspicio è certamente «quello di tornare al più presto in Vaticano».
La salute del pontefice preoccupa i parmigiani, che decidono di stargli accanto proprio così, come ha chiesto il vescovo, con una preghiera «dal profondo del cuore». Lo hanno fatto, ieri, anche i tanti che erano presenti alla messa in Cattedrale. La comunità francofona cattolica di Parma ha partecipato alla celebrazione, dedicando una preghiera proprio al Pontefice: che Bergoglio possa continuare a «incoraggiare e aiutare il popolo di Dio». Sulle sedie del transetto, Marceline Laure Nao Bikoi tiene stretto tra le mani il foglio con il testo dell'orazione: «Siamo tutti molto preoccupati per il suo stato di salute - confida -. Lui è il capo della Chiesa, una guida fondamentale per tutti noi». E il solo modo per stargli accanto, anche a distanza, è «pregare tutti insieme - dice Marceline -, lo abbiamo fatto anche prima di entrare in cattedrale: la comunità francofona di Parma gli ha dedicato parole di vicinanza e conforto». Basta poi scendere le scale del Duomo, avvicinarsi alle cappelle laterali per trovare alcune persone inginocchiate o assorte in preghiera. E in diverse chiese qualcuno accende un cero: «È anche per Papa Francesco», rivela un fedele.
La preghiera si moltiplica, raggiunge tutte le chiese della città. Le omelie domenicali parlano di «speranza» e «amore per il prossimo», e non manca un messaggio di vicinanza a Bergoglio. «Il nostro parroco, don Ferdinando Bonati, ci ha chiesto di rivolgere una pensiero al Papa - spiegano Olga e Valentina davanti alla chiesa del Buon Pastore -. Abbiamo pregato affinché possa stare meglio, riprendersi, e tornare al più presto in Vaticano: c'è bisogno di lui». L'affetto va oltre la fede. Papa Francesco, per molti, è anche una figura di riferimento nel quotidiano. «Lui è il Papa che sta vicino alla gente - sottolinea Giancarla, davanti alla chiesa del Buon Pastore -: questa mattina ho subito acceso la tv per ascoltare il telegiornale e capire quali fossero le sue condizioni di salute». Dentro alla chiesa di Largo Cohen, vicino all'ingresso, c'è Cecilia che guarda assorta e in totale silenzio la croce di legno appesa al muro: «Papa Francesco? È una figura che ha fatto tanto per le persone, per la Chiesa, un vero e proprio esempio - racconta -. Ha saputo affrontare temi che nessuno mai aveva affrontato prima, in passato: speriamo davvero che si riprenda presto».
E mentre a Roma, davanti all'ospedale Gemelli, volano palloncini, arrivano fiori e striscioni pieni di coraggio, a Parma i messaggi d'affetto passano direttamente da cuore a cuore. Basta guardarsi dentro, rivolgersi alla speranza, ed ecco che parole e pensieri si trasformano in un abbraccio. L'abbraccio grande e sincero di un'intera città.
Anna Pinazzi
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