UNA CONDANNA E UN PATTEGGIAMENTO
Una serata in compagnia. E poi quel finale (maledettamente) a sorpresa. Si erano ritrovati in tre, a casa di un amico, in via Barilli, a giocare a playstation. Tutto era filato liscio, quel 10 febbraio 2024. Fino ai saluti: quando, arrivati al cancello esterno della palazzina, il giovane che aveva organizzato la serata, aveva chiesto a uno dei ragazzi - un 21enne parmigiano - di prestargli il telefonino per fare una chiamata e poi era fuggito. Ma dal furto si è poi passati al ricatto. Sia il ladro che il complice, entrambi accusati di concorso in tentata estorsione, sono stati identificati: il primo - 24enne, nato nel Parmense da famiglia marocchina - è stato condannato a 10 mesi (pena sospesa); il secondo - coetaneo, nato a Parma da genitori di origine maghrebina - ha patteggiato 11 mesi, anche per lui con la condizionale. Caduta l'accusa di furto, perché la querela è stata rimessa.
Certo è che quella sera non avevano fatto i conti con la pronta reazione del loro bersaglio. Appena il telefonino aveva preso il volo, il ragazzo lo aveva bloccato e poi, tramite la specifica App, lo aveva localizzato di nuovo in via Barilli. Tornando verso casa, aveva fatto fare una chiamata al suo numero dall'altro ragazzo della serata. E lui aveva parlato in arabo con la persona che aveva risposto al telefono e poi gli aveva riferito che avrebbe dovuto pagare per riavere il suo smartphone.
Ma il giorno dopo il ragazzo si era già presentato in Questura per fare denuncia. E proprio mentre si trovava davanti agli agenti, erano cominciati ad arrivare chiamate e note vocali sul suo profilo Instagram. La richiesta? 150 euro da consegnare il prima possibile in piazzale Santa Croce per riavere lo smartphone. Un appuntamento a cui c'erano anche i poliziotti.
G.Az.
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