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Lutto

Addio a Spaggiari, grafico pop e genio oltre il realismo

Addio a Spaggiari, grafico pop e genio oltre il realismo

di Stefania Provinciali

07 Marzo 2025, 03:01

È scomparso all’età di 81 anni (era nato il 22 dicembre del 1943) Vittorio Spaggiari, detto «Spago», una lunga carriera nel mondo della grafica e della pubblicità, e una grande passione per la pittura.

Originario della provincia di Reggio Emilia si era trasferito a Parma con i genitori all’età di quindici anni. In città visitava le mostre dove esponevano gli artisti parmigiani ma il loro realismo non lo interessava. Ad attirarlo erano invece le opere di Guttuso, Gaibazzi e Pozzati che poteva ammirare nelle esposizioni organizzate nel Salone delle Scuderie in Pilotta, negli anni ‘60. «Ho scoperto un altro mondo perché c’era un uso del colore incredibile ma soprattutto perché quella era gente che aveva qualcosa da dire», ricordava.

Il percorso culturale di Spaggiari a Parma era partito dal teatro universitario, aiuto scenografo di Giancarlo Bignardi e tra i soci fondatori della Compagnia del Collettivo insieme a Walter Le Moli, Flavio Ambrosini, Paolo Bocelli e Gigi Dall’Aglio. Poi il trasferimento a Milano, fondamentale per la sua formazione. Qui era entrato in contatto con le avanguardie italiane influenzate dalla Pop Art di Andy Warhol e aveva trovato il terreno congeniale alle sue riflessioni sulla pittura. Inizia un’importante collaborazione con il fotografo Oliviero Toscani e successivamente, nel 1976, entra a far parte del team di Fiorucci nel 1976 con l’incarico di art director dell’ufficio grafico e di grafico, che manterrà fino al 1980. Sono gli anni in cui nell’azienda lavorano in questo settore anche altri parmigiani Sauro Mainardi, Carlo Pignagnoli, Guglielmo Pelizzoni, il fotografo Attilio Concari e Augusto Vignali: «Una micro factory» la definisce Vignali ricordando che già allora «Spago» dipingeva e aveva una buona capacità di creare immagini geometriche e pop. Nell’89 inizia a lavorare con Ettore Sottsass l’inventore del «design radicale». Ne è memoria un collega, Ambrogio Borsani. Lui, Spago, era capo della grafica e Borsani direttore creativo dell’Italiana di Comunicazione, agenzia legata a Sottsass Associati. «Ettore conosceva il lavoro che Spago aveva svolto da Fiorucci e lo aveva assunto per prendere il posto di Cristopher Radl, passato a altro incarico», dice pensando soprattutto all’amico: «Aveva un umorismo tutto suo, un po’ alla Buster Keaton; burbero ma simpatico con le sue battute ciniche, fulminanti, fatte senza mai una risata».

Dopo aver assorbito tanto dalla scena culturale internazionale, dal 1996 Spaggiari è tornato a Parma per dedicarsi alla pittura. Ripercorrendo le trame di una vita comprende come nei suoi dipinti abbia sempre considerato il confine tra pittura e design molto labile. A Parma da citare la grande mostra in San Ludovico nel 2016 e quella nel 2023 alla Galleria Sant’Andrea. E’ entrato di recente a far parte degli artisti della Collettiva civica. «Ritengo importante intervenire sulla cultura della propria città e cercare anche di dare una finalità didattica, per mostrare l’importanza e la bellezza del lavoro manuale», affermava.

Stefania Provinciali

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