Lettere al direttore
Egregio direttore,
per non essere frainteso, preciso che sono sempre stato concorde che davanti alla legge tutti gli uomini e le donne, di qualsiasi etnia, devono essere trattati in modo assolutamente equanime. E sono sempre rimasto inorridito da quell’orribile tragedia umana che è stata ed è purtroppo ancora oggi lo schiavismo. Mi consenta di esprimere la mia e altrui disapprovazione nei confronti di registi e cineasti che stravolgono romanzi famosi con film e sceneggiati inserendo personaggi non in linea con la narrativa originale. La lista sarebbe troppo lunga e quindi ne cito solo un paio. Nell’ultimo «Conte di Montecristo» ci ritroviamo con un «Caderousse» di colore. Nell’ultimo sceneggiato de «I miserabili» ci ritroviamo addirittura con un ispettore di polizia interpretato da persona di colore. In questo caso la cosa è assolutamente fuori contesto perché un uomo di colore a quei tempi non avrebbe mai potuto accedere a una simile carica, inoltre non avrebbe mai esternato un odio e una spietatezza verso i miserabili come un «Javert». La cosa più grave è che non ci si limita a film tratti da romanzi di fantasia, ma riguarda anche filmati tratti dalla Storia in cui sempre più attori di colore interpretano notabili e uomini di potere del passato quando tutti sanno che a quel tempo questi personaggi erano esclusivamente caucasici.
Vorrei pure citare un filmato tratto da un episodio realmente accaduto in una piattaforma nel golfo del Messico attrezzata per l’estrazione di idrocarburi in cui accadde la più grande fuori uscita di greggio nella storia americana e dove fra i protagonisti principali vi era rappresentata una donna di colore. Ebbene, alla fine del film fecero vedere le persone che vi furono realmente partecipi e la donna in questione era bianca.
Via di questo passo un giorno ci ritroveremo con un Giulio Cesare, un Garibaldi, un Mazzini descritti come personaggi storici non caucasici. A causa della politica del politicamente corretto (pardon, politically correct) stiamo sovvertendo la Storia e tutto ciò non va certo a favore della cultura delle nuove generazioni che possono essere condizionati da ciò che vedono sullo schermo.
Parma, 9 marzo
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