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MAXI CORTEO

Ventimila agricoltori hanno invaso la città

Ventimila agricoltori hanno invaso la città

di Anna Pinazzi

20 Marzo 2025, 03:01

Un «fiume» giallo. In piena. Ha attraversato ieri mattina la città: tra bandiere, striscioni e slogan 20mila persone da tutta Italia hanno partecipato al corteo organizzato da Coldiretti.

Già dal primo mattino, i pullman hanno iniziato ad arrivare e dirigersi verso il punto di ritrovo: il parco Primo Maggio (ex Eridania). Lì, una folla che pare quasi infinita, ha iniziato a scaldare la voce: «Lavoriamo per un'Europa migliore» è il primo motto urlato al microfono. L'obiettivo? Arrivare davanti alla sede dell'Efsa, in viale Piacenza, per confrontarsi con i vertici dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare per chiedere tutele e chiarimenti sui cibi cellulari creati in laboratorio e sui regolamenti. La richiesta è chiara: «Più scienza medica e più coraggio per la tutela del Made in Italy e dei consumatori».

Intanto, le bandiere blu intenso dell'Europa iniziano a sventolare, insieme a quelle gialle della Coldiretti (10mila). Tutto attorno, mentre il corteo si prepara per la partenza, la città è bloccata. Polizia municipale, Digos e forze dell'ordine sono disposti per controllare il serpentone. Il traffico, verso le 8, è già in tilt, soprattutto lungo via Emilia Est, poco prima di barriera Repubblica. Le lunghe code procedono a rilento, tra una deviazione e l'altra, fino al Moro. «Off limits» anche viale Piacenza, che ha ospitato il comizio finale. La soluzione più comoda? Spostarsi in bicicletta o a piedi per riuscire a non «incastrarsi» in vie chiuse o a senso unico. Ma una volta finito il corteo, verso le 13, il traffico è ripartito, senza rallentamenti.

Così, le strade sgombere da auto e mezzi di trasporto, si sono riempite di agricoltori, rappresentanti di categoria, istituzioni (fra cui alcuni sindaci d'Italia con i loro gonfaloni). «Con questa manifestazione non vogliamo intimidire l’Europa perché nell’Europa noi crediamo, ma pensiamo debba cambiare pelle - commenta Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti -. Serve meno burocrazia e deve riprendere un’azione di carattere politico per i bisogni della popolazione e dei settori produttivi». E mette ben in chiaro che «non siamo contro L'Efsa, ma anzi la sosteniamo: crediamo fortemente nel suo ruolo». Sguardo anche alle dinamiche internazionali. «L'Europa non deve cadere in provocazioni, servono dialogo e diplomazia per difendere i nostri interessi e quelli statunitensi - afferma facendo riferimento anche al tema dei dazi-. Qualsiasi aumento di tassazione andrebbe a penalizzare i cittadini e a creare nuova inflazione. Sì agli accordi di libero scambio ma con reciprocità».

La nostra regione, culla della Food valley, è stata rappresentata da Nicola Bertinelli, presidente Coldiretti Emilia Romagna: «Parma è un luogo iconico, sia perché è sede dei grandi prodotti dell'agroalimentare, sia sede dell' Efsa - riflette -. Coldiretti vuole lanciare un messaggio: la necessità di un'Europa che veda gli agricoltori in sodalizio con i cittadini e non in conflitto».

Presenti alla manifestazione anche Patrick Bénézit presidente di Fnb Francia e Juan Luis Delgado, vice presidente Asaja, che hanno portato l'esperienza dei loro territori con i prodotti «di laboratorio». Anche il Codacons è sceso in piazza oggi a Parma per sostenere il corteo degli agricoltori di Coldiretti contro i cibi sintetici.

In mezzo alla folla gialla, tra bandiere e cartelloni, anche Enrico Parisi, delegato Coldiretti giovani imprese e Monia Repetti, presidente donne Coldiretti Emilia Romagna. «Vogliamo fare luce su due principi - spiega Parisi -: primo la trasparenza, secondo vogliamo chiarire che non siamo contro l'Europa. Vogliamo che tuteli il reddito degli agricoltori e la salute dei cittadini». E «siamo qui perché vogliamo maggiori tutele - prosegue Repetti - in difesa dei nostri prodotti, di quello che rappresenta il passato, il presente e soprattutto il nostro futuro».

Futuro rappresentato dai tanti giovanissimi che hanno camminato in corteo. A portare in alto i cartelloni con lo slogan «Facciamo luce», anche alcuni bambini, figli di generazioni di agricoltori. Camminano insieme alle altre ventimila persone partite da via Repubblica verso le 9. La manifestazione inizia a suon di «Bandiera gialla» e «Nel blu dipinto di blu», canzoni che richiamano i colori di Coldiretti e dell'Europa (insieme, anche di Parma). Si procede al passo lento delle richieste: «Cibi a base cellulare in laboratorio: servono studi medici sui rischi della salute», urla qualcuno al microfono. E ancora: «Alla Commissione Ue chiediamo più coraggio» e all'Efsa «più scienza medica». Insieme a «risorse adeguate per sostenere il settore», «meno burocrazia», «paese d'origine in etichetta» e «trasparenza». Attraversano piazza Garibaldi, poi via Mazzini, il Lungoparma, fino ad arrivare in viale Piacenza, dove ad aspettarli c'è il palco già pronto per il comizio finale. Sono così tanti i partecipanti che quando, verso le 11, la «testa» del corteo inizia ad entrare in viale Piacenza, la «coda» è ancora al parco Primo Maggio: il punto di partenza. Dopo circa un'ora di distacco, tutti si riuniscono davanti alla sede dell'Efsa, dove il presidente di Coldiretti e il segretario generale hanno preso la parola, ribadendo i motivi che hanno portato quel «fiume giallo» a Parma. Poi l'incontro con i vertici dell'Autorità per la sicurezza alimentare: «Un incontro costruttivo, siamo positivi» il primo commento a caldo di Prandini. Basta già questo per rassicurare «la carica dei 20mila». Si alza dalla folla un lungo, lunghissimo, applauso.

Anna Pinazzi

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