PATTEGGIAMENTO
Un bolide da 560 cavalli. Poteva sfrecciare alla grande con quell'Audi RS6 Avant nera, se non fosse per i limiti da rispettare. Ma per passare indenne dai rilevatori di velocità aveva trovato il sistema (all'apparenza) infallibile. Strisce gialle rifrangenti piazzate sulla targa posteriore: eccolo il trucco con cui volava senza problemi sul tratto parmigiano dell'A1 quel 1° luglio del 2016. Eppure, c'era chi aveva notato quelle bande gialle, tanto che alla polizia stradale erano arrivate diverse segnalazioni. Finché una pattuglia in servizio aveva intercettato l'auto scoprendo il maquillage della targa. E, ieri, il «pilota» - 34enne, originario di Cuneo, con alcuni precedenti per furto e lesioni - ha patteggiato 4 mesi per falsità materiale davanti alla giudice Cristina Pavarani, dopo l'accordo tra la difesa e il pm Massimiliano Sicilia. La pena è stata sostituita con 1.200 euro di multa.
Quella che aveva tentato di evitare quel pomeriggio d'estate, quando si era trovato improvvisamente di fianco una pattuglia della Stradale. Aveva tirato dritto, superando l'auto della polizia e pigiando sull'acceleratore. Un bolide nero, vetri oscurati, con quelle bande gialle rifrangenti sulla targa: ce n'era abbastanza per lanciarsi all'inseguimento. Tallonato dalla pattuglia, con tanto di lampeggianti, aveva proseguito per qualche chilometro ma poi si era fermato sulla corsia di emergenza. Era schizzato fuori dalla macchina precipitandosi dietro l'auto: aveva strappato le bande adesive gialle dalla targa gettandole nella scarpata a lato. Tanta era stata la foga che, insieme alla copertura, era stata divelta anche la targa.
Sull'auto c'erano anche un amico e un'amica dell'uomo, ma non si erano mossi quando il guidatore si era precipitato fuori. L'Audi, radiata dalla Motorizzazione tedesca, aveva una targa doganale d'esportazione rilasciata a un 66enne di origine foggiana. E quell'uomo al volante cosa ci faceva? «L'auto mi è stata data in prova - aveva spiegato ai poliziotti mostrando anche un biglietto firmato da chi gli aveva affidato la macchina declinando ogni responsabilità -. Ho fatto una cavolata - aveva aggiunto - solo per evitare i tutor, niente di più».
Forse gli intenti potevano anche essere altri, e più allarmanti. Ma intanto l'auto era stata «smascherata».
G.Az.
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