BARDI
Bardi ha perso un altro suo figlio affezionato, Gianpaolo Mazzadi, 89 anni.
Non era nato a Bardi, ma aveva nel cuore il paese della sua nonna, Domenichina Moruzzi. A Bardi il nonno, Giovanni Mazzadi, originario di Alpe di Bedonia, arrivato per amore, era stato consigliere comunale, sindaco e podestà. Aveva avuto un ruolo importante nel periodo di passaggio del Comune dalla Provincia di Piacenza a quella di Parma. Dal matrimonio era nato Giuseppe, sposatosi con Franca Rabaiotti di Grezzo nella vecchia chiesa di Santa Maria, mentre il rito civile e il ricevimento si svolsero nel castello. La coppia, trasferitasi nel piacentino, ebbe cinque figli e figlie, tra i quali Gianpaolo.
Benché nato a Pontenure, appena possibile tornava a Bardi nell’antica casa degli avi, a cui era molto legato, che è stata di proprietà dei Mazzadi per 150 anni, fino al 2021. Lo vedevi chiacchierare nel dehors del Piccolo Bar o camminare sorridente, con il giornale sotto il braccio, in dialogo con persone di ogni età. Gianpaolo Mazzadi, dopo il matrimonio con la piacentina Gianna Marchesi, con la quale ha avuto Giuseppe e Alessandro, da Pontenure si trasferì a Milano dove svolse un incarico amministrativo in una ditta di impianti elettrochimici. Dopo la pensione era tornato a Piacenza e spesso il giovedì andava al mercato a Bardi. Racconta il figlio Giuseppe, impiegato alla Fondazione Brescia Musei: «Si può dire che la bardigianità era nel dna di papà. Amava Bardi in quanto tale e per i tanti parenti e amici che aveva là. Le nostre vacanze, a parte un periodo al mare, erano a Bardi, un luogo di elezione in cui coltivare amicizie. Questo legame viscerale era testimoniato anche dalla sua passione per la storia locale; da ragazzino mi portò a Sidolo sul luogo dell’eccidio di don Beotti e delle altre vittime dei nazifascisti». Aldo Forlini, a cui Mazzadi aveva venduto l’edificio che ospita la merceria in via Pietro Cella, lo ricorda come una persona affabile e gentile. «Veniva spesso a trovarmi. Gli piaceva rievocare delle storie bardigiane». Francesca Ongeri, già titolare del bar gelateria di via Pietro Cella, lo conosceva fin da bambina: «Ho sempre chiacchierato volentieri con lui, di tutto. Dopo che ho avuto i figli, le sue prime parole erano per loro. Non lo dimenticherò». Per Giuseppe Conti è «uno strajé che amava profondamente la sua terra. Attraverso di lui vedevo una Bardi che purtroppo sta morendo». Conclude il figlio Giuseppe, a cui il padre ha trasmesso l’amore per Bardi: «Con lui ho fatto un’esperienza di inesauribile bene. Mi sono sentito atteso e voluto». Il funerale si svolge oggi alle 14.30 a Piacenza nella basilica di Sant’Antonino, presieduto dal bardigiano don Giuseppe Basini, vicario generale della diocesi, amico della famiglia. Poi il ritorno definitivo di Gianpaolo a Bardi nel cimitero affacciato sulla valle.
Laura Caffagnini
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