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Il ricordo di Lavagetto

«La passione di Angelo Farina cambiò l'ascolto della musica»

«La passione di Angelo Farina cambiò l'ascolto della musica»

15 Aprile 2025, 03:01

La Casa del Suono non si sarebbe potuta sviluppare come luogo dove Parma custodisce e proietta il futuro dell'ascolto di musica senza Angelo Farina. Per questo è doveroso da parte mia, dell’assessorato alla Cultura, dell’Amministrazione e delle professioniste della Casa della Musica, che hanno avuto il piacere di lavorare con lui, di ricordarlo alla città.

Sono servite passione e competenza, in anni di progetti, per dedicare uno spazio pubblico alla riflessione sul modo in cui si ascolta e si intende la musica. Molti degli studenti di Angelo Farina ci hanno raccontato la sua passione anche in cattedra, di come diffondeva conoscenza alla maniera dei «grandi»: senza atteggiarsi come tale e alternando al linguaggio scientifico più rigoroso un lessico decisamente meno formale e un corollario di esperienze personali. Il frutto delle sue ricerche non è mai stato, in nessun modo ed in nessun passaggio segreto: tutto è sempre stato, ed è tuttora, disponibile dalle pagine del suo sito, dall’aspetto un po’ desueto, ma costantemente e minuziosamente aggiornato. Gli impianti della Casa del Suono - la Sala Bianca ed il Lampadario Sonoro - rappresentano un’esemplificazione del «metodo» Farina. L’idea di introdurre nel nascituro Museo della Riproduzione Sonora spazi aperti di creazione sonora, destinati ai compositori e agli artisti, è stata di un suo collaboratore, Paolo Martignon insieme ad Alessandro Rigolli, e Farina, senza mai prendersene la paternità, se ne è lasciato entusiasmare al punto da funzionare da potente catalizzatore affinché si potessero esplorare nuovi aspetti del mondo dell’acustica. Avuto, quindi, il benestare del Comune di Parma intorno al 2007, iniziò per la Casa della Musica un percorso fortemente proteso verso il futuro con un’installazione all'avanguardia per la riproduzione audio (gli impianti Wave Field Syntehesis) in sinergia con tre imprese (Aida, AudioLink e Genesis Acoustic Workshop) coinvolgendo nel disegno del Museo assegnisti e dottorandi che, con la sua costante supervisione, hanno dato forma alla dimensione sonora che vediamo oggi. Una visione talmente interessante che la Casa del Suono ha attirato a Parma, nel team operativo, uno dei massimi esperti di software per sistemi audio surround, il belga Fons Adriaensen, che è rimasto fino al completamento del programma.

In seguito il professor Farina ha accompagnato la Casa del Suono assicurando la perfetta manutenzione delle dotazioni e il loro frequente aggiornamento. Una collaborazione col Teatro Regio ha fatto sì che le opere andate in scena in alcune stagioni del Festival Verdi venissero riprese con sistemi audio-video immersivi e riprodotte in Sala Bianca per sperimentare la ricreazione virtuale dell’ambiente teatrale. Collaborare con Angelo Farina, per tutti è stato un onore ed un privilegio e la condivisione di una generosa modalità di lavoro che ci ha lasciato insieme a molte altre eredità.

Lorenzo Lavagetto

© Riproduzione riservata

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