Emergenza furti alle macchinette in ospedale
«E' ora di smetterla di parlare di microcriminalità. Perché è vero che il bottino, per ogni singolo caso, è probabilmente basso: ma il danno per le aziende come le nostre è enorme. E ci penalizza pesantemente».
A dirlo è Pietro Gozzi, direttore amministrativo e finanziario dell' azienda Molinari, la ditta che gestisce i distributori automatici diffusi nei reparti dell'ospedale.
Dovrebbero essere a disposizione dei pazienti: ma da tempo ormai sono devastati dai ladri.
«Purtroppo è così: e questo accade in tutte le zone del Maggiore. Ogni giorno siamo costretti a fare la conta dei danni. E i costi sono molto elevati».
Si, perché le macchinette accettano le carte di credito ma anche banconote e monete: e questi attirano i soliti ladri che per una manciata di spiccioli sono disposti a tutto.
«Per capire di cosa stiamo parlando facciamo riferimento all'ultimo periodo - prosegue Gozzi -. Solo nei giorni compresi tra l'8 e il 14 aprile abbiamo subito circa una ventina di furti. E tra i costi per ripristinare i distributori automatici danneggiati e i contanti rubati stiamo parlando di un danno per la nostra azienda di oltre trentamila euro».
Ecco perché gli addetti ai lavori non ci stanno più a sentir parlare di microcriminalità: qui i costi sono quelli di razzie da veri banditi. E, questa è la seconda lamentela, non si vede una possibile soluzione.
«E' un problema che si presenta giorno dopo giorno: solo nella giornata di ieri abbiamo avuto due apparecchi forzati nei reparti dell'ospedale». E per un responsabile che viene preso ce ne sono altri che si aggirano con in mano cacciavite e altri oggetti per forzare le gettoniere.
L'ultimo esempio è di pochi giorni fa quando una guardia giurata in servizio al Maggiore ha trovato uno straniero con una forbice e una spranga impegnato a scassinare i distributori per rubare generi alimentari.
Il ladro, non solo non ha smesso di spaccare il distributore ma ha anche aggredito il vigilante cercando persino di rubargli la pistola e solo l'intervento di una pattuglia delle volanti della questura ha permesso alla fine di fermarlo e denunciarlo.
Anche se è facile ipotizzare che, vista la lunga lista di precedenti alle spalle, quell'immigrato marocchino non smetterà di certo di fare danni in giro.
«Ecco perché ci vorrebbe una maggiore protezione degli apparecchi – prosegue il direttore della azienda che fa parte del gruppo Buonristoro. - Stiamo cercando di rinforzare le macchine installando lastre di metallo che rendano più difficile l'effrazione, blindandole di fatto. Ma i ladri usano la forza e il risultato è che gli apparecchi vengono danneggiati pesantemente, in particolare nelle parti elettroniche». E alla fine del mese le aziende devono fare i conti con le spese. E sono cifre che pesano. «Il ladro, spesso, rimedia pochi spiccioli. Ma per noi sono migliaia di euro. E succede ogni giorno».
Luca Pelagatti
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