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TRAGEDIA DI SAN SECONDO

Il sindaco Zucchi: «Per i figli attivata la rete dei servizi sociali»

Il sindaco Zucchi: «Per i figli attivata la rete dei servizi sociali»

di Paolo Panni

03 Maggio 2025, 03:01

Tentato femminicidio di ieri, culminato con la morte in un incidente stradale di chi se ne era macchiato appena dieci minuti prima, è arrivato a dieci giorni esatti dalla manifestazione «75 colpi contro il silenzio» che lo scorso 22 aprile si era svolta davanti alla Rocca dei Rossi della stessa San Secondo.

Una iniziativa, quella, nata grazie alla collaborazione tra Comune, associazione Palio delle contrade, associazione Filo d’Arianna e Tamburini di Isola Dovarese. «Dopo l’assurda sentenza secondo cui le 75 coltellatte inferte a Giulia Cecchettin non sono segno di crudeltà ma di inesperienza, dopo gli ennesimi femminicidi di Sara Campanella e di Ilaria Sula – era stato rimarcato nell’occasione - rompiamo il silenzio e aumentiamo la nostra consapevolezza verso la violenza di genere. Un crimine che continua ad essere commesso in maniera trasversale nella nostra società e che dobbiamo contrastare attraverso l’educazione, la sensibilizzazione, il sostegno alle vittime, promuovendo una cultura del rispetto e rimuovendo quegli sterotipi e pregiudizi che giustificano la violenza. Da allora sono trascorsi dieci giorni e stavolta le coltellate sono state inferte a una donna, moglie e madre (di quattro figli). Una violenza inaudita, che si è consumata all’ombra del campanile della chiesa parrocchiale, in una modesta abitazione di borgo Bertani, uno dei borghi storici di San Secondo. Tra i primi a recarsi sul posto, la sindaca Giulia Zucchi, visibilmente scossa. «Le notizie – ha raccontato la stessa sindaca - inizialmente sono arrivate in modo un po’ frammentario. Si parlava di questo incidente stradale molto grave ma poi è emerso che in realtà c’era dietro questo femminicidio e pian piano abbiamo ricostruito un po’ il quadro della situazione. Questa famiglia – ha aggiunto - vive a San Secondo da pochi anni e tra l’altro non ha mai dato problemi e non sono mai state fatte segnalazioni ai servizi sociali, sembrava quindi una famiglia assolutamente tranquilla. Sarebbe stato il figlio più piccolo della coppia a dare l’allarme verso le 8.30 e intorno alle 8.40 l’uomo alla guida dell’auto si sarebbe schiantato sulla provinciale contro un camioncino, morendo sul colpo. Attendiamo che sia sciolta la prognosi e che questa donna si possa presto riprendere e tornare dai suoi figli. In tutta questa tragedia la cosa più preoccupante resta nel fatto che ci sono quattro figli tutti minorenni a cui stamattina è stata comunicata la notizia dai carabinieri. Due di questi ragazzi frequentano le scuole superiori a Parma – ha spiegato - e quindi sono stati prelevati e portati in caserma dove con lo psicologo è stata comunicato loro la notizia. Il figlio più piccolo della coppia ha invece assistito all’aggressione mentre c’è un’altra ragazzina che frequenta le scuole medie ed è stata prelevata dagli insegnanti e affidata ai carabinieri. E’ stata quindi attivata tutta la rete dei servizi sociali per dare supporto a questi ragazzi. Priorità della nostra comunità – ha sottolineato - è quella di fare il possibile affinchè questi ragazzi trovino una sistemazione ed una accoglienza adeguata in attesa che la mamma, speriamo, possa riprendersi e tornare presto da loro. Tra l’altro pochi giorni fa avevamo fatto una manifestazione contro la violenza sulle donne in occasione della quale ci eravamo trovati con tanti cittadini della nostra comunità per parlare di questa tematica così importante ed invece è arrivata oggi questa notizia che ci sconvolge. Tanti cittadini mi hanno inviato dei messaggi; ho avuto anche modo di parlare con il parroco don Massimo e siamo tutti davvero profondamente toccati da questa vicenda e faremo il possibile, come comunità, per dare una risposta a sostegno di questa famiglia che avrà bisogno del nostro aiuto».

Tra l’altro l’aggressione, seguita poi dall’incidente mortale, si è verificata mentre nella vicina chiesa parrocchiale era in corso un funerale. Il parroco don Massimo Fava è stato quindi informato poco più tardi e, in silenzio, si è recato nella via in cui il dramma si è consumato. Non ha voluto fare commenti particolari, don Massimo, limitandosi alla preghiera e ad esprimere la vicinanza della comunità sansecondina alla famiglia e alle persone toccate da quanto accaduto.

Paolo Panni

© Riproduzione riservata

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