agroalimentare
Il «nuovo» Tuttofood ha aperto le porte ai visitatori (90mila attesi da Italia ed estero) e ai tremila operatori economici che fino a giovedì potranno creare occasioni di affari con le imprese dell’agroalimentare, nei dieci padiglioni del quartiere fieristico di Rho. Quella iniziata ieri è la prima edizione di Tuttofood «targata» Fiere di Parma; un’altra seguirà fra un anno. E nel 2027 tornerà Cibus. A Parma. Bando ai timori: l’accordo Parma-Milano – è stato detto - rafforza entrambe sui mercati internazionali. Collaborazione non a caso allargata alle Fiere di Colonia sul fronte CibusTec e Anuga.
Il convegno inaugurale di Tuttofood 2025 è l’occasione per confrontarsi sull’alimentare – fra i timori legati a dazi e guerre e le opportunità nella ricerca di nuovi mercati – sull’Ai e sulle fiere.
In platea, fra gli altri, il direttore dell’Upi Cesare Azzali, la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi (presente anche come espositrice), il sindaco di Parma Michele Guerra e il presidente della Provincia Alessandro Fadda, Vittorio Dall’Aglio, vicepresidente Cciaa Emilia e presidente Ascom, il presidente di Crédit Agricole Italia Giampiero Maioli con il condirettore generale Roberto Ghisellini.
«Tuttofood è un bel segnale della capacità italiana di guardare avanti – spiega in apertura Franco Mosconi, presidente di Fiere di Parma, che ricorda i 67 miliardi di euro di export del settore nel 2024 -. Il valore aggiunto: l’industria agroalimentare concorre all’8,6% della manifattura del Paese, quella delle bevande all’1,6%. Fa 10%», secondo solo alla meccanica.
«Lungo la direttrice Parma-Milano abbiamo costruito la creazione di una piattaforma fieristica capace di valorizzare l’agroalimentare. E abbiamo introdotto un terzo attore: KoelnMesse, che nel 2024 ha compiuto il centesimo compleanno». Mosconi rivendica la partnership di Parma con le Fiere di Colonia, che dura da una decina di anni nella gestione di CibusTec (prossima edizione nel 2026). Non solo: «Vogliamo consolidare il posizionamento di Cibus a Parma come fiera iconica legata alla promozione del Made in Italy agroalimentare nel mondo».
Anche Carlo Bonomi sottolinea come Parma e Milano, insieme, abbiamo realizzato una piattaforma fieristica di grande forza e competenza. Per Bonomi, presidente di Fiera Milano e vicepresidente di Fiere di Parma, «il progetto non indebolisce le identità, anzi le rafforza», perché tutto si basa sulla collaborazione reciproca. A partire dai rispettivi staff: «Sono le persone che fanno la differenza». Per dirla con il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, «abbiamo saputo superare i campanilismi regionali. Diamo al Paese una vetrina strategica importante, con relazioni internazionali in un momento in cui ne abbiamo particolarmente bisogno. Con Fiere di Parma portiamo il nome di una città che in ogni angolo del pianeta è sinonimo di qualità, tradizione, innovazione, competenza» nelle filiere agroindustriali. Per de Pascale possiamo affrontare gli scenari difficili di questi tempi. Concorda l’assessore lombardo all’Agricoltura Alessandro Beduschi. Il rapporto con l’estero è fra i temi chiave. È il pane quotidiano di Matteo Zoppas, presidente dell’Ice, che spiega come le iniziative dell’istituto aiutino le imprese, come gli incontri con i buyers organizzati per fiere come Cibus e Tuttofood. Zoppas richiama «un traguardo ambizioso ma realistico: portare l’export alimentare da 69 a cento miliardi». È un obiettivo dato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che richiama l’impegno del governo per aiutare ad aprire nuovi mercati per il Made in Italy. Il ministro elogia la collaborazione tra Parma («eccellenza assoluta») e Milano per «questo straordinario evento» e il collegamento con Anuga. D’altronde dare vita a una fiera all’altezza di Anuga, Sial e altri eventi europei era fra gli obiettivi dell’accordo, come ricorda a margine l’ad di Fiere di Parma Antonio Cellie: «Con Tuttofood vogliamo fare l’Anuga degli anni pari e il team ha ottenuto risultati in tempi brevi». Il direttore dell’Upi Azzali aggiunge che «Cibus, che ha 40 anni di storia, rimarrà la principale fiera dell’agroalimentare italiano ma con Tuttofood» c’è un’apertura internazionale «consentita dalle strutture di Fiera Milano, estremamente efficienti e con caratteristiche di inclusività rispetto a prodotti che vengono dall’estero». Quanto ai timori per i dazi, Azzali spiega che con Cibus e Tuttofood a organizzazione congiunta «le nostre aziende hanno uno strumento di promozione di grande rilievo, che aiuterà lo sforzo in corso per adeguare la nostra proposta ai nuovi mercati». Concorda la presidente Sassi, che alle preoccupazioni contrappone la necessità di «cercare le opportunità, per assicurarsi la tenuta dei propri fatturati. Le fiere sono molto importanti come vetrina e per riflettere su prodotti e filiere. Così come l’intelligenza artificiale: capire come applicarla nei processi produttivi può aiutare le imprese». Il riferimento è al discorso, nel convegno inaugurale, di Valeria Sandei, ceo di Almawave, che ha presentato l’AI come opportunità in vari aspetti della vita aziendale: marketing e personalizzazione dei contenuti, ottimizzazione della logistica e del backoffice e altri aspetti.
Andrea Violi
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