Stasera è a Colorno con il suo libro
Si definisce «una di campagna» («la sono e mi piace ancora esserlo»), che nella vita ha fatto quasi sempre «el me mestè». Ovvero «cantare, cercare ispirazione, comporre, cercare altre cose da cantare e ancora cantare». Una nata Carla ma che tutti conoscono come Alice: la magnifica signora della musica italiana che adesso, seguito «il sottile disegno degli eventi», per fare i conti con sé non si affida a una canzone, ma a un libro: una sorta di bellissimo diario-biografia corredato da splendide immagini che ha scritto a quattro mani con Francesco Messina, produttore, fotografo, grafico, tastierista, autore di testi e musiche e, soprattutto, compagno di una vita. Un volume, «L'unica via d'uscita è dentro» nel quale Carla Bissi in arte Alice, romagnola di Forlì, si racconta dall'inizio, tra le mille suggestioni di una carriera lunga e piena di storie, emozioni e incontri. dal Festival di Castrocaro alla vittoria a Sanremo, dalla grande amicizia e collaborazione con Franco Battiato a quel «no» pesante detto al boss della Emi International-Capitol Music che la voleva lanciare a livello mondiale. Un racconto che la cantante, insieme a Messina, condividerà stasera dalle 20,30 con il pubblico del Mupac di Colorno, dove presenterà il suo libro.
Perché ha scelto un titolo così particolare come «L'unica via d'uscita è dentro» per raccontare la sua storia personale?
«È una frase della canzone “Exit”, che ho scritto e che dà il titolo all’album pubblicato nel 1998; esprime in modo essenziale il mio percorso esistenziale e ciò che credo necessario per poter vivere ed essere pienamente quello che realmente siamo».
Scrive che ha sempre voluto cantare e che è quello che ha fatto sempre: noi sappiamo che le cose sono andate benissimo, che è stato davvero un bellissimo «giro di giostra». Ma c'è mai stato un momento in cui il mondo della musica l'ha delusa? O in cui comunque ha fatto fatica a ritrovarcisi?
«Certamente e in diverse circostanze. Le delusioni però si provano se si hanno aspettative o anche illusioni, e come scrivo nel libro, le disillusioni hanno contribuito a far maturare in me consapevolezza e chiarezza, che mi hanno portato a scelte sempre più essenziali e coscienti».
Nel suo libro parla anche di incontri «parmigiani» - penso ad Alessandro Nidi e all'Orchestra Toscanini - e di concerti al Teatro Regio: che esperienze sono state?
«Sono state esperienze bellissime e molto formative, che hanno contribuito ad aprirmi al mondo musicale classico che credevo mi fosse vocalmente precluso. Il Teatro Regio di Parma poi l’ho vissuto e lo vivo come un privilegio. Mi incute ogni volta un profondo rispetto e il timore di non essere all'altezza di questo straordinario tempio della musica. Il pubblico è sempre così attento, decisamente speciale. È indimenticabile l’accoglienza e il calore che anche più recentemente mi ha riservato».
Cosa le manca di più di Franco Battiato?
«La sua Presenza e qualità intrinseca! Tutto».
Leggendo il libro si comprende quanto lavoro e pazienza ci sia dietro alla nascita di un brano o di un album. C'è una canzone in particolare la cui genesi l'ha messa particolarmente in difficoltà? O che sulla carta non la convinceva e su cui invece si è ricreduta?
«L’unica canzone che non mi convinceva quando l’ho composta e non pensavo proprio di pubblicare è “Una notte speciale”. Per errore l’ho fatta ascoltare a Franco Battiato e lui invece ha insistito per inserirla nell’album che stavamo realizzando in quel lontano 1981. L’errore sarebbe stato non pubblicarla e, grazie a Franco, ancora oggi la canto nei miei concerti».
Tanti ancora pensano che «Per Elisa», il brano con cui vinse Sanremo, parlasse della dipendenza dalla droga: lei invece chiarisce che si trattava di una dipendenza affettiva, di un rapporto malato: mi pare sia una canzone ancora attualissima. Lei che ne pensa?
«Giá…una tematica ancora purtroppo attualissima la dipendenza affettiva, distruttiva come quella dalla droga. Non può che essere così se non ci si emancipa dalla passione e dal senso di possesso, che vengono scambiati per amore, con conseguenze troppo spesso irreparabili».
Carla ha scritto un bellissimo libro dove si racconta. Ma Alice arrivata a questo punto, dopo mille canzoni e mille incontri, cosa vorrebbe dalla musica? O cosa si aspetta?
«La musica continua a darmi tantissimo, infatti dal 30 maggio al 3 agosto, terrò una serie di concerti con il programma “Eri con me”, un rinnovato omaggio a Franco Battiato per la speciale ricorrenza degli ottant’anni dalla sua nascita. Sarò accompagnata da importanti ensemble come l’Orchestra Filarmonica Italiana e I Solisti Aquilani, e dall’imprescindibile Carlo Guaitoli al pianoforte e direzione. In autunno invece riprenderò il tour teatrale con “Master songs”, iniziato nel novembre dello scorso anno».
Filiberto Molossi
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