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Disabilità

Barriere architettoniche: il piano del Comune per abbatterle

Barriere architettoniche: il piano del Comune per abbatterle

di Monica Tiezzi

09 Maggio 2025, 03:01

Sono ancora tanti gli spazi cittadini di difficile accesso per persone con disabilità. Criticità sono state mappate in aree verdi (Parco Ducale, Cittadella, Parco Falcone e Borsellino, piazzale Pablo) ma anche in 66 chilometri di marciapiedi e strade e in 22 edifici a vocazione culturale, fra i quali le strutture ospitate nell'Ospedale Vecchio e nell'ex Convento di San Paolo, Teatro Due e delle Briciole, Pinacoteca Stuard, Palazzo del Governatore, Auditorium Paganini.

I numeri censiti non esauriscono certo tutti i luoghi cittadini che necessitano di interventi di abbattimento delle barriere, ma sono il risultato del primo «Peba» (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche), mirato proprio alle strutture culturali, presentato ieri in commissione consiliare congiunta Bilancio e Welfare.

Un lavoro importante, realizzato da un team intersettoriale (Lavori pubblici e Welfare) del Comune, grazie anche al finanziamento regionale per la rilevazione delle barriere architettoniche, come ha ricordato l'assessore ai Lavori Pubblici Francesco De Vanna, e che dovrà essere approvato in consiglio comunale.

Una presentazione che cade, ha ricordato l'assessore al Welfare Ettore Brianti, alla vigilia delle Giornate per il Patto sociale e che «dimostra l'attenzione dell'amministrazione alla disabilità, anche con progetti come l'autonomia domestica, il “Dopo di noi”, e i gruppi appartamento al centro sociale Il Portico».

Poco prima dell'illustrazione del Peba, il sindaco Michele Guerra ha ricordato la modifica, votata all'unanimità dal consiglio, sui nuovi criteri per la concessione di contributi, vantaggi economici e patrocinio per eventi pubblici, che amplia il concetto di disabilità, impone agli organizzatori di prevedere - descrivendole - le condizioni (anche temporanee) di accessibilità, e nega agevolazioni e patrocinio a chi non le garantisce.

Il Peba presentato ieri è il frutto di un confronto con associazioni, gruppi e stakeholder. «Un lavoro radicalmente innovativo, che rappresenta un salto di qualità e consapevolezza e i cui criteri saranno adottati nel progetto dei Wopa e negli interventi previsti a fine anno al Teatro al Parco Ducale», dice De Vanna. Che ha ricordato l'esperienza della palestra inclusiva di Moletolo e il progetto dei sette parchi inclusivi, uno dei quali, quello “Ferdinando Laghi”, già realizzato.

Linea guida della mappatura, come ha spiegato il tecnico Luigi Elia in commissione, è l'«universal design», una metodologia progettuale che mira alla più ampia accessibilità. Più ampio è anche il concetto di disabilità: non più solo fisica e motoria, ma anche sensoriale ed intellettivo-relazionale, nel segno di un approccio che deve passare da prescrittivo a prestazionale, in grado di garantire l'effettiva fruizione e vivibilità degli spazi.

Corposo il dossier, che presenta anche - ha commentato Antonio Nouvenne, consigliere capogruppo di «Prospettiva» - molti spunti autocritici: edifici con accessi senza dislivelli, ma che presentano criticità come porte pesanti e maniglie alte; scivoli troppo in pendenza; marciapiedi «invasi» dal verde o sconnessi; pareti vetrate non avvertite da ipovedenti; corrimani inadeguati; ostacoli non segnalati; mappe e pannelli informativi da rendere tattili e visibili per tutti; piste ciclabili e attraversamenti pedonali da segnalare in modo tattile; bagni tecnicamente a norma per disabili, ma con esigui spazi di manovra.

Ma ci sono anche aspetti che vedono Parma all'avanguardia: come l'impianto «hearing loop» di recente installato al Teatro Regio, per facilitare l'ascolto alle persone ipoudenti e sorde o con impianti cocleari.

Monica Tiezzi

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