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TESTIMONIANZE

I saveriani: «Qui negli States c'è grande sorpresa per il nuovo Papa»

I saveriani: «Qui negli States c'è grande sorpresa per il nuovo Papa»

di Luca Molinari

10 Maggio 2025, 03:01

«We are very proud, siamo molto orgogliosi». Bastano poche parole, mezze in inglese e mezze in italiano per capire quale sia lo stato d'animo dei religiosi e dei fedeli cattolici americani dopo l'elezione del nuovo Papa.

A pronunciarle è Carl Chudy, missionario saveriano statunitense che attualmente si trova proprio a Chicago, la città natale di Leone XIV. In missione nelle Filippine dal 1994 al 2007, Chudy da 18 anni porta avanti il suo servizio negli Stati Uniti occupandosi di dialogo interreligioso. «Mi trovo a Chicago per la scuola teologica - spiega il saveriano - e confesso di essere molto orgoglioso per l'elezione del primo Papa americano». «Ho apprezzato parecchio le parole che ha pronunciato nel suo saluto - prosegue - a partire dall'importanza della pace, dall'attenzione ai poveri, al creato e alla cultura dell'incontro».

Avere un Papa missionario «è sicuramente un vantaggio per il mondo attuale, per l'evangelizzazione e per favorire il dialogo interreligioso - sottolinea ancora Chudy -. Ci sono tanti elementi che rimandano all'operato di Papa Francesco».

Chicago «è una città molto grande e multiculturale - osserva -. Ospita anche una delle più grandi popolazioni cattoliche di tutti gli Usa. Il Santo Padre è cresciuto nella periferia di Chicago, in quella parte conosciuta dagli abitanti della metropoli come Southside, perché si trova nella zona meridionale». «In un momento in cui nel nostro Paese c'è un forte ritorno al populismo e nazionalismo - commenta - la Chiesa può giocare un ruolo importante per correggere questa strada».

Suor Laura Canali è una missionaria saveriana italiana che da quindici anni si trova in missione negli Usa, vicino a Boston, assieme ad altre due consorelle. «L'elezione di Leone XIV è stata una grande sorpresa - afferma -. Qui il clima è ancora un po' sospeso, ma tutti i canali d'informazione hanno commentato la notizia». «Le prime parole pronunciate dal nuovo Papa hanno risollevato i nostri cuori - continua -. C'era un po' di timore per il dopo Francesco, ma Leone XIV si è presentato nel migliore dei modi». «Il fatto che sia stato missionario per 20 anni in Perù - spiega - porterà grande beneficio agli Usa, perchè qui la Chiesa è piuttosto chiusa. Speriamo che ora si iniziano ad aprire maggiormente le porte. Allargando lo sguardo al mondo, i benefici saranno sicuramente molteplici, a partire dalla sua pastorale di pace, alla sua posizione sull'immigrazione, contro le armi e a sostegno dei poveri e della pace».

Le saveriane sono negli Usa dal 1954. L'unica missione ora si trova a Northborough (vicino Boston) nel compound della parrocchia Santa Bernadette. «La finalità della nostra presenza non è cambiata - precisano - : lavoriamo con gli immigrati, facciamo volontariato tra i poveri, organizziamo giornate missionarie, accogliamo sorelle per lo studio dell’inglese, prima che raggiungano i paesi di missione».

Per Suor Giordana Bertacchini, direttrice generale delle Missionarie saveriane, «l'elezione di questo nuovo Papa è un grande segno di speranza, sia per la velocità dell'elezione, che dimostra una Chiesa e un collegio cardinalizio unito, che per le parole pronunciate. Penso che saprà cogliere l'eredità degli ultimi Papi e che dimostrerà la sua grande sensibilità verso i poveri». «Ha parlato di una Chiesa sinodale, missionaria - prosegue - ma soprattutto di una pace disarmata e disarmante, quella di Gesù». «Ha dimostrato una grande visione universale - conclude - : penso che potrà dare tanto alla Chiesa».

Padre Armando Coletto è il rettore dalla Casa madre dei saveriani. «L'aspetto che riguarda l'esperienza missionaria del Santo Padre ci interessa molto - commenta - perché speriamo in un Papa aperto al mondo, che sappia rinnovare la dimensione missionaria che aveva lanciato Papa Francesco». «Importante anche il fatto che l'esperienza missionaria - continua - sia avvenuta in un Paese dell'America latina in cui è cresciuta la teologia del popolo. Positivo anche il fatto che sia originario degli Usa: la Chiesa americana ha bisogno di ritrovare una coesione, un'unità attorno a dei valori comuni, che sono quelli del Vangelo».

Luca Molinari

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