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Langhirano

«Arresto cardiaco al ristorante, salvato dai familiari e dal 118»

«Arresto cardiaco al ristorante, salvato dai familiari e dal 118»

16 Maggio 2025, 03:01

Il forte dolore al petto, il sudore e il respiro che diventa sempre più affannoso. Quel cuore matto aveva deciso di smettere di battere mentre lui era a cena, in un ristorante di Langhirano, insieme ai familiari.

Arresto cardiaco: non c'era tempo da perdere. Riuscire a salvare la vita al 61enne protagonista di questa disavventura era questione di secondi e, per sua fortuna, i primi ad essere tempestivi, e competenti, sono stati i suoi familiari e il titolare del ristorante, poi aiutati, nel giro di pochi minuti, dai volontari e dal medico della Pubblica assistenza. In ospedale e al Don Gnocchi hanno fatto il resto. «Ricoverato all’ospedale di Parma, ho avuto modo di apprezzare la professionalità di tutto il personale del reparto di pronto soccorso e della Cardiologia che davvero ringrazio con stima, così come ringrazio tutto il personale del Don Gnocchi. A 61 anni mi hanno rimesso a nuovo e a loro vanno nuovamente i miei più sentiti ringraziamenti», racconta Antonio Ameglio, nella lettera inviata alla Gazzetta di Parma per raccontare la sua disavventura, che fortunatamente per lui ha avuto un lieto fine.

I fatti: la sera del 23 febbraio Antonio era in un ristorante di Langhirano per cenare insieme ai familiari quando è andato in arresto cardiaco. «Se sono qui a raccontare la mia vicenda lo devo a tutte le persone che mi hanno aiutato e mi sono state vicine in questo periodo della mia vita, ora fortunatamente risolto, in primis la mia famiglia».

I primi a intervenire sono stati infatti i familiari dell'uomo, in particolare il genero. Guidato dalla voce calma e dalle indicazioni chiare dell'operatore telefonico del 118, è riuscito a praticare la manovra di rianimazione cardiopolmonare, che ha permesso di evitare un peggioramento del quadro clinico. Nel frattempo, l'operatore del 112, il numero unico delle emergenze, riusciva a localizzare sulla mappa il ristorante e a inviare a colpo sicuro l'ambulanza e l'automedica della Pubblica assistenza di Langhirano.

«La chiamata al 112 è arrivata attorno alle 19.30 e dopo un minuto uno dei familiari stava già praticando le manovre di compressione toracica in attesa dell'arrivo, che è stato tempestivo, dei volontari della Pubblica», interviene Antonio Pastori, coordinatore della rete regionale dell'emergenza 118 e 112.

«In questi casi l'obiettivo è quello di ridurre al massimo i tempi morti», ribadisce Pastori, ricordando che «il tracciato del paziente è stato immediatamente trasmesso all'Unità coronarica dell'ospedale. In questo modo i medici del Maggiore vedono fin da subito le condizioni del paziente e si possono organizzare al meglio in vista del suo arrivo in reparto. In questi eventi la catena del soccorso è fondamentale e dal primo squillo al 112 alle dimissioni del paziente deve garantire la massima qualità possibile».

Un concetto - quello della rapidità e dell'appropriatezza degli interventi - ribadito in modo netto anche da Giampaolo Nicoli, direttore della Cardiologia dell'azienda ospedaliero universitaria. «La catena della sopravvivenza deve partire da subito e per questo necessita della collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, a partire dal territorio, passando dall'ospedale e dalla fase riabilitativa». Per garantire la massima tempestività, è necessario sangue freddo, ma anche e soprattutto competenza. «La cultura della defibrillazione precoce è fondamentale. Qui però tocchiamo un aspetto culturale, in quanto le nozioni di base della catena della sopravvivenza devono essere diffuse il più possibile tra le persone comuni».

Luigi Vignali, responsabile della Cardiologia interventistica dell'ospedale Maggiore, spiega che i medici sono già al lavoro per diffondere tra le persone le nozioni salvavita. «Di fronte ad emergenze come questa, il fattore tempo è fondamentale. Per questo la Cardiologia sta facendo dei corsi rivolti ai medici, ma anche ai laici (le persone comuni, ndr) in quanto è importantissima la rianimazione immediata nel momento in cui si presentano eventi drammatici come questo. Possiamo dire che per il 61enne l'intervento dei familiari e dei volontari della Pubblica assistenza è stato provvidenziale».

P.Dall.

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