Inchiesta
Dopo il viaggio in auto fra Parma e Brescello in pieno orario di punta, per raccontare e spiegare i disagi di una via Mantova non più sufficiente, ecco una nuova puntata sui problemi che affliggono le comunicazioni con una zona della Bassa.
Il treno potrebbe essere una valida alternativa all’automobile: inquina meno, specie ora che le linee sono elettrificate; si parte sempre dal centro di una città per arrivare in un altro centro senza perdere troppo tempo; non occorre cercare parcheggio e, inoltre, si può lavorare durante il tragitto oppure rilassarsi. Meno stress e massima resa.
Il viaggio sulla Parma-Suzzara racconta però un’altra verità. La linea elettrica è ormai completa ma i treni diesel rimarranno in servizio almeno fino al prossimo anno. Ma questo è solo l’inizio di una serie di problemi che rendono il treno un tipo di mobilità da incubo.
Iniziamo dal biglietto che può essere acquistato in tabaccheria: comodo per certi versi ma scomodo perché non lo si può comprare nelle stazioni minori come Chiozzola, Sorbolo, Lentigione o Brescello in cui il primo punto vendita è a non meno di 500 metri o un chilometro: per di più bisogna sapere dove andare, il che non è facile.
Si parte: il treno accelera e sbuffa, non è una vecchia vaporiera ma un vecchio diesel anni ‘80. Il fumo è nero, denso, invade la carrozza ed entra in gola. In inverno si devono tenere aperti i finestrini per non rischiare l’intossicazione.
La linea Parma-Suzzara potrebbe essere un esempio di metropolitana leggera - speriamo lo sarà appena partirà la versione elettrificata - ma i ritardi sono continui.
Le partenze a volte sono ritardate di pochi minuti ma si rischia che ve ne siano ulteriori lungo il tragitto, per arrivare a Brescello o alla destinazione finale con un ritardo anche di 50 minuti. In quel caso anche il viaggio di ritorno diviene un’odissea e i ritardi continuano ad accumularsi. Il piccolo convoglio si ferma spesso in aperta campagna per diversi minuti i cui motivi sono sconosciuti.
Ci sono poi i passaggi a livello lungo via Mantova, un problema per gli automobilisti che non sanno dove fermarsi e un pericolo anche per il treno.
Le barriere a Sorbolo, in via Venezia o a Sorbolo Levante, sono state divelte diverse volte e in quel caso il rischio è di attendere ore, perché arrivi il personale per ripristinare la sicurezza della linea. Auto e mezzi pesanti rimangono incastrati mentre sono in coda, magari mentre le barriere iniziano a calare e non ci si può muovere.
Ci sono poi i problemi dei bagni, non ci sono né sul treno e nemmeno nelle stazioni minori.
La sicurezza è un altro pericolo costante, ci sono già stati diversi tafferugli in passato e le stazioni minori sono incustodite. Eppure il treno è comodo per molti studenti, per appassionati di quello sferragliare così particolare, per chi non ha la patente: è spesso pieno di persone che, evidentemente, puntano alla santità riuscendo a resistere a queste prove quotidiane della vita così dure e faticose.
Silvio Marvisi
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