IL CASO
Da grande promessa a giocatore senza prospettive. Chissà, forse la carriera di Raman Chibsah, ghanese, due stagioni al Sassuolo dal 2012 al 2014, non era comunque destinata a brillare nei templi del calcio, ma quando è finito sotto processo tutto è precipitato. Finito in serie D, alla Caratese, aveva poi visto sfumare il suo contratto e ora, a 32 anni, si trova a giocare in Romania in una squadra di seconda divisione. Il «problema» di Chibsah? Una denuncia per diffamazione per un video hot di una ragazza parmigiana con cui aveva avuto una storia postato su Facebook. Un breve filmato diffuso nell'aprile del 2019, a meno di tre mesi dall'entrata in vigore della norma sul «revenge porn» che prevede pene fino a 6 anni. Ma tra indagini, rinvio a giudizio e processo, solo ieri si è arrivati alla sentenza. E nel frattempo la ragazza, che Chibsah ha risarcito, nonostante abbia sempre respinto ogni accusa, ha rimesso la querela. Il calciatore sarebbe dunque stato prosciolto, perché non era possibile procedere, ma lui, assistito dall'avvocato Michele Cammarata, ha scelto di essere giudicato nel merito. E la giudice Cristina Pavarani l'ha assolto con formula piena, «perché il fatto non sussiste», come chiesto anche dal pubblico ministero Massimiliano Sicilia.
Anna (la chiameremo così) aveva conosciuto Chibsah grazie a un amico, quando lui giocava nel Sassuolo. Con il suo trasferimento al Frosinone, nel 2015, gli incontri si erano diradati, ma avevano continuato a sentirsi, anche in video chat. E nel 2018 lui si era fatto avanti con la sua richiesta inattesa: avrebbe voluto che lei si riprendesse in atteggiamenti sexy e poi le inviasse le immagini. Così, la ragazza si era filmata completamente nuda: un video di 50 secondi che gli aveva girato raccomandandosi di non conservarlo sul telefono e ovviamente di non condividerlo. Ma diversi mesi dopo, il 29 aprile 2019, sul telefonino di Anna era comparso quel filmato, di cui si era perfino dimenticata, considerando anche che lei e il giocatore si vedevano sempre meno. Immagini arrivate via WhatsApp dal numero di Chibsah con un messaggio per nulla rassicurante: «Aspettalo su Facebook». E il giorno dopo amici e parenti avevano cominciato a chiamarla per dirle che il video circolava.
Dopo un paio di giorni lui aveva chiamato Anna per spiegarle che qualcuno aveva rotto il finestrino della sua auto rubandogli il telefono, ma non c'era stata alcuna denuncia. Tuttavia, ciò che ha probabilmente orientato la decisione della giudice sono state le parole della ragazza al processo: «Non è stato Chibsah, sono sicura. Una signora, penso, una signora più anziana». Non aveva fatto nomi. Ma, al di là di questa affermazione, si fa fatica a immaginare come lui, allora sposato, potesse decidere di far girare su Facebook un video della sua amante nuda.
Georgia Azzali
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