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NEONATI SEPOLTI

Chiara, la procura insiste: «Deve andare in carcere, è totalmente capace». A breve la decisione del Riesame

Chiara, la procura insiste: «Deve andare in carcere, è totalmente capace». A breve la decisione del Riesame

di Georgia Azzali

18 Giugno 2025, 09:49

 Le porte del carcere che si aprono? O ancora i domiciliari per Chiara Petrolini, accusata di aver ucciso e poi sepolto i suoi due figli nel giardino di casa? La scelta è tornata al tribunale del Riesame, dopo che lo scorso febbraio la Cassazione aveva annullato il primo provvedimento dei giudici bolognesi che avevano stabilito il carcere accogliendo il ricorso della procura. Dunque, udienza bis, ieri mattina: poco più di un'ora a porte chiuse, poi il collegio si è riservato. La decisione dovrebbe arrivare tra oggi e domani.

Non c'era Chiara. Questa volta ha preferito evitare telecamere e microfoni e rimanere nella casa di Vignale, dove è rinchiusa dal 20 settembre 2024. Non erano presenti nemmeno il procuratore Alfonso D'Avino né la pm Francesca Arienti, ma non perché abbiano fatto marcia indietro rispetto alla loro richiesta, portato avanti fin dalla fase delle indagini preliminari. «Tutto ciò che avevamo da dire, l'abbiamo scritto - spiega D'Avino -. Inoltre, abbiamo trasmesso al Riesame tutti gli atti relativi alla consulenza psichiatrica effettuata».

Un accertamento che non lascia dubbi sulla capacità di intendere e volere di Chiara, 22 anni il prossimo luglio, pur riscontrando un disturbo di personalità. Opposta la conclusione della consulenza della difesa, firmata da Giuseppe Cupello e Stefano Bramante, che ha invece accertato un totale vizio di mente, tuttavia la ragazza non sarebbe pericolosa. «Ma in questa udienza questo tema è entrato molto marginalmente - sottolinea il difensore Nicola Tria -. Come ad ottobre, si è discusso di una questione, ovvero se i domiciliari siano adeguati o meno a contenere i rischi di reiterazione dei reati. Noi abbiamo sempre sostenuto che lo fossero e in qualche modo anche la Cassazione sembra essere andata in quella direzione, anche se la Corte si esprime in termini di legittimità e logicità della motivazione, però ha detto che i fatti processuali erano avvenuti in presenza di condizioni non ripetibili ai domiciliari».

I «fatti processuali»: il primo bambino, partorito in casa, in solitudine, il 12 maggio 2023, e sotterrato in giardino; poi, l'altro piccolo, nato il 7 agosto 2024 e riemerso dalla terra, a poca distanza dal fratello, due giorni dopo. Il secondogenito, ma il primo ad essere ritrovato. Il neonato che ha portato alla luce i segreti inconfessabili di Chiara Petrolini. La studentessa universitaria che ha mostrato «un'elevatissima capacità mistificatoria e una non comune determinazione criminale», secondo la Cassazione, ma gli arresti domiciliari, aveva scritto la Corte, non le consentono di avere una «ricca e articolata vita di relazione e affettiva». Insomma, secondo i giudici, non esiste il rischio concreto che Chiara, accusata di duplice omicidio pluriaggravato e soppressione di entrambi i cadaveri dei neonati, «conosca qualcuno insieme al quale procrei altri figli per poi ucciderli e sopprimerne il corpo».

E ora tocca di nuovo al Riesame prendere una decisione, tenendo conto di questi rilievi. Ma anche quella pronuncia non segnerà immediatamente il destino della ragazza. Perché, nel caso venga stabilito il carcere, un nuovo ricorso della difesa in Cassazione è scontato. E il 30 giugno, quando comincerà il processo, Chiara sarà ancora ai domiciliari.

Georgia Azzali

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