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NEONATI SEPOLTI

Chiara, no al carcere. Ai domiciliari nella villetta di Vignale con il braccialetto: ecco perché

Chiara, no al carcere. Ai domiciliari nella villetta di Vignale con il braccialetto: ecco perché

di Georgia Azzali

19 Giugno 2025, 08:50

A casa. Dove da sola ha fatto nascere i suoi due figli e poi li ha sotterrati in giardino. Il teatro di tutto, la villetta di Vignale. Chiara Petrolini resterà lì, ai domiciliari, dove è rinchiusa dal 20 settembre 2024, ma dovrà indossare il braccialetto elettronico: è questa la decisione del Riesame bis, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio il primo provvedimento dei giudici bolognesi che stabiliva il carcere per la ragazza, come richiesto dalla procura. Insomma, una parziale riforma rispetto all'ordinanza iniziale del gip di Parma che aveva disposto i domiciliari. Tuttavia, Chiara, 21 anni, continuerà a rimanere agli arresti in casa senza alcun braccialetto finché la decisione non diventerà esecutiva. E ciò avverrà solo nel caso in cui né la difesa né la procura dovessero impugnare l'atto in Cassazione, altrimenti sarà necessario attendere la pronuncia della Suprema Corte.

Ma prima di tutto bisognerà attendere le motivazioni: i giudici si sono presi 45 giorni. E per ora si possono fare solo ipotesi su ciò che ha portato i magistrati del Riesame a non imboccare di nuovo la strada del carcere, come i colleghi del primo collegio, una scelta «bocciata» dalla Cassazione. E' molto probabile, tuttavia, che, optando per i domiciliari con il braccialetto elettronico, i giudici abbiano voluto mantenere una misura meno afflittiva e allo stesso tempo scongiurare ogni eventuale rischio di reiterazione dei reati grazie al controllo del braccia letto. Non solo. Non è escluso che i magistrati abbiano considerato il periodo già trascorso dalla ragazza ai domiciliari: quasi nove mesi durante i quali non si sono verificati problemi. D'altra parte, la Cassazione, che pure aveva evidenziato «l'elevatissima capacità mistificatoria e una non comune determinazione criminale» di Chiara Petrolini, aveva sottolineato come le condizioni in cui lei aveva partorito e sepolto i suoi due figli fossero «irripetibili» ai domiciliari.

Una decisione, quella del Riesame di ieri, che almeno in parte soddisfa la difesa, anche se l'avvocato Nicola Tria preferisce non commentare. E un eventuale ricorso in Cassazione? «Vediamo le motivazioni e poi decidiamo», si limita a dire. Più propensa all'impugnazione potrebbe essere la procura, ma per il momento non ci sono commenti, anche perché, a maggior ragione, il procuratore Alfonso D'Avino e la pm Francesca Arienti dovranno valutare le motivazioni.

Tempi lunghi. Dal deposito delle motivazioni a un'eventuale nuova udienza in Cassazione passerebbero mesi. Mentre il processo in Corte d'assise è alle porte: si comincia il 30 giugno. E Chiara Petrolini sarà davanti ai giudici, tra cui sei popolari oltre a due togati, con accuse che sono macigni: duplice omicidio premeditato e aggravato dal rapporto di discendenza per aver ucciso sia il primo bambino, nato il 12 maggio 2023, che il secondo, partorito il 7 agosto 2024, il figlio ritrovato due giorni dopo perché il cane di famiglia era andato a scavare in quell'aiuola sotto la finestra della camera da letto di Chiara. Due omicidi, ma anche la soppressione di entrambi i cadaveri. E un ergastolo all'orizzonte. A meno che un'eventuale perizia psichiatrica porti alla luce il mondo folle di Chiara. Che però nessuno ha mai scorto.

Georgia Azzali

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