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Giovane, preparato e ambizioso: ritratto di Carlos Cuesta, il nuovo che avanza

Giovane, preparato e ambizioso: ritratto di Carlos Cuesta, il nuovo che avanza

di Vittorio Rotolo

19 Giugno 2025, 03:01

Se Cuesta (il gioco di parole diventa il più scontato degli esercizi) sarà la scommessa giusta a stabilirlo sarà il campo. Un'ovvietà. Intanto Carlos è carico come una molla. «Siamo pronti» le prime parole del tecnico spagnolo, che ieri sera è arrivato in città e ha cenato in albergo insieme al Ceo del Parma, Federico Cherubini.

Con l'ingaggio ormai praticamente definito - l'ufficialità è attesa in giornata - di Carlos Cuesta, nativo di Palma di Maiorca, 30 anni da compiere il prossimo 29 luglio, il club crociato ha ancora una volta stupito tutti. Ma stavolta addirittura più che in passato, quando alla corte del presidente Kyle Krause erano arrivati Enzo Maresca e, più recentemente, Cristian Chivu. La dirigenza crociata ha pescato dal mazzo dei candidati un nome che non solo non era mai emerso nelle settimane precedenti, ma non era neppure pronosticabile. Il Parma ha lavorato sotto traccia, mantenendo il massimo riserbo sul profilo individuato per la successione di Chivu, assecondando la filosofia tracciata dalla proprietà.

I motivi della scelta
Nella nuova serie A di sicuro non si vedrà un allenatore così giovane. Eccola, la prima qualità che piace a Krause. Ma Cuesta - seconda dote apprezzata da queste parti - è anche ambizioso e la sua buona preparazione l'ha maturata facendosi le ossa in alcuni top club europei. Tre nello specifico. Gli inizi, a 19 anni, all'Atletico Madrid, dove gli vengono affidate l'Under 12 e l'Under 14 dei Colchoneros. Poi l'esperienza nell'Under 17 della Juventus, nello stesso periodo in cui la dirigenza bianconera annoverava nel proprio organigramma Cherubini. L'incontro della svolta per Cuesta è quello con il connazionale Mikel Arteta, che nell'estate 2020 lo chiama per entrare a far parte del suo staff, all'Arsenal.

Un'altra caratteristica che piace al presidente Krause è quella delle competenze linguistiche, che l'allenatore maiorchino ha particolarmente curato e sviluppato. Cuesta parla infatti sei lingue (inglese, spagnolo, italiano, portoghese, francese e catalano): a livello relazionale ciò costituisce senza dubbio un vantaggio all'interno di uno spogliatoio come quello del Parma che si distingue per la presenza di giocatori di nazionalità diverse.

I dettagli
La pista Cuesta si è rivelata molto più di una semplice tentazione per il Parma. Ormai da giorni, ma senza mai far trapelare alcuna indiscrezione al riguardo, i dirigenti crociati avevano puntato l'attenzione sul tecnico spagnolo. E questo al netto di sondaggi e interlocuzioni, che sono comunque andati avanti, con altri allenatori: De Rossi, Gilardino e van Bommel, sullo sfondo i vari Palladino e Vanoli. Logico ritenere che con Cuesta si sia trovata una visione comune rispetto al nuovo progetto tecnico del Parma. L'obiettivo è chiaro: dopo la salvezza all'ultimo respiro, il Parma punta adesso ad un'annata quantomeno più tranquilla. L'accordo con Cuesta sarà biennale.

Il modulo
Cuesta è molto stimato negli ambienti del calcio: quanti hanno avuto modo di conoscerlo da vicino, di lavorarci accanto (colleghi o giocatori), lo dipingono come un ragazzo intelligente, dotato di una grande cultura del lavoro sul campo e altrettanta applicazione. Ma se parliamo di modulo, anche per cercare di capire come Carlos Cuesta potrebbe «disegnare» il suo Parma, allora lì si finisce per brancolare nel buio. Semplicemente perché manca lo «storico», rappresentato da precedenti esperienze da capo allenatore. L'unico punto di riferimento, in tal senso, potrebbe essere lo stile di gioco dell'Arsenal di Arteta, da cui inevitabilmente Cuesta potrebbe aver attinto spunti utili. Ma non c'è nulla di scontato, anzi. Perché ogni allenatore è diverso dall'altro. Perché ciascuno ha le proprie idee. E perché non è affatto detto che il modulo dell'Arsenal sia quello che Cuesta ha in mente per il suo Parma.

Detto ciò i Gunners, con Arteta in panchina, ha adottato il 4-3-3, pur con una spiccata adattabilità alle situazioni di gioco e che in fase di non possesso si trasforma in un 4-2-3-1 che privilegia la costruzione dal basso per vie laterali, sfruttando i movimenti dei terzini. Se restiamo focalizzati sui numeri (che si parli di 4-3-3 o di 4-2-3-1) si tratta di sistemi di gioco che il Parma ha già avuto modo di sperimentare a fondo nel corso delle recenti gestioni tecniche e anche in linea con le caratteristiche stesse dei calciatori attualmente in organico. Ma tutto è in assoluta evoluzione. Il resto lo diranno il mercato e soprattutto Cuesta. Il nuovo che avanza.

Vittorio Rotolo

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