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l'intervista

De Vanna: «Dal Pd un chiaro sostegno all'amministrazione comunale»

De Vanna: «Dal Pd un chiaro sostegno all'amministrazione comunale»

di Stefano Pileri

26 Giugno 2025, 03:01

«No, non me l'aspettavo un risultato così netto». A dieci giorni dalla fine dei congressi Pd, Francesco De Vanna tira le somme della corsa che lo ha portato alla guida dei Dem cittadini. 285 voti, il 71% dei consensi espressi nei congressi di circolo. L'assessore alla Sicurezza e ai lavori pubblici della Giunta Guerra ha più che doppiato il suo unico avversario, il consigliere comunale Manuel Marsico. «Un risultato molto forte, il segnale molto chiaro di un sostegno incoraggiante. E una richiesta forte di unità».

A proposito di unità, dentro il partito c'è chi parla di possibili ricorsi per l'incompatibilità fra il suo ruolo di assessore e quello di segretario cittadino....

«È un'incompatibilità che non è prevista dallo statuto nazionale del Pd ma da quello regionale. Se qualcuno vuol fare ricorso, ovviamente lo può fare, si esprimeranno gli organi di garanzia del partito. E tutti ci rimetteremo alle loro decisioni. In ogni caso il risultato e il significato del congresso non si cancellano».

E qual è questo significato?

«Credo che ci dica che c'è un sostegno consistente sia sul piano personale, sia per l'amministrazione, sia sulla rappresentanza Pd dentro l'amministrazione».

Partiamo dal piano personale, come se lo spiega?

«Penso che ci sia stata riconoscenza nei miei confronti e riconoscimento del lavoro fatto e dell'impegno che ci sto provando a mettere con la testa e con il cuore».

E per l'amministrazione?

«Nei circoli ho trovato solidarietà molto forte verso il lavoro di questa amministrazione comunale nonostante le critiche del centrodestra che in questi mesi, anche in concomitanza delle elezioni regionali, si sono moltiplicate. Ho trovato consapevolezza del quadro complesso in cui ci troviamo e del lavoro positivo svolto. I nostri iscritti sanno che va portato avanti, consolidato, difeso e se possibile migliorato guardando al 2027. Ho trovato un clima molto maturo rispetto a questi temi. Insomma, iscritti consapevoli del lavoro della nostra amministrazione e del ruolo del partito»

Parliamo del partito. Che bilancio si può tirare dopo due anni di segreteria Schlein?

«Nel Pd nazionale vedo un tentativo molto determinato di costruire unità, di allargare il campo per essere competitivi con il centro destra. Già nel 2022 le varie forze del centro sinistra avevano ottenuto più voti del centro destra ma avevano perso perché erano divise. È evidente che quella con il centrodestra è una sfida che possiamo vincere solo se teniamo unite le forze. Alla fine mi sembra che anche Renzi sia su questa linea, il rapporto con il M5s si sta consolidando come quello con Alleanza verdi sinistra. Anche dentro il Pd la situazione è migliorata: si è molto ridotta la conflittualità».

E il Pd di Parma?

«È un Pd in crescita che assume nuove responsabilità amministrative. Il lavoro dei prossimi due anni sarà quello di rinforzare il partito cercando di aumentare il coinvolgimento degli iscritti ma anche dei simpatizzanti».

Proprio su questo aspetto, l'elezione di Schlein segnò una spaccatura fra la volontà degli iscritti e quella dei simpatizzanti, degli elettori che l'hanno votata. Si è rimarginata questa divisione?

«Penso che il nostro debba essere un partito fondato sul protagonismo degli iscritti che però non sono autosufficienti. Quindi serve un partito che guarda a ciò che c'è di buono fuori dal Pd, nel mondo del volontariato, dell'associazionismo, oltre che ovviamente nelle altre forze politiche. Il Pd ha un ruolo baricentrico, ma in certi casi corriamo il rischio, che dobbiamo evitare, di essere attratti dalla logica di autosufficienza. Noi possiamo arrivare al 25%, forse al 30, anche oltre da soli. Ma dobbiamo metterci in testa che il vero obiettivo è arrivare tutti insieme al 51%».

Il Pd di Parma ha ottenuto un buon risultato alle elezioni regionali, ma molti dentro il partito sono rimasti delusi dalle scelte di De Pascale e pensano che il Pd di Parma sia sottorappresentato negli organi di governo della Regione, rispetto ad altre città, come Reggio. È un gap destinato a rimanere?

«In regione noi abbiamo recuperato spazio e centralità. Governiamo la seconda città per importanza dell'Emilia Romagna. De Pascale sa che non può fare a meno del Pd di Parma. Ciò non significa che possiamo dettare regole o pretendere posti ma che stiamo parlando e dobbiamo continuare a farlo sempre di più. E' evidente che il Pd è stato per 24 anni all'opposizione in città. E questo inevitabilmente incide sulle dinamiche e le relazioni istituzionali. Ma se nel 2027 confermeremo i risultati del 2022 avremo autorevolezza ancora maggiore. E per farlo dovremo continuare a concentrarci sul lavoro amministrativo che sta dando i suoi frutti ma deve proseguire».

A proposito di lavoro amministrativo come si fa a conciliare gli impegni della segreteria Pd con quelli di assessore con due fra le deleghe più impegnative come Lavori pubblici e Sicurezza?

«Lavorare, impegnarmi non mi ha mai spaventato e credo che si sia visto. Penso siano impegni conciliabili. Continuerò a fare il mio lavoro di assessore per tutta la giornata e poi mi dedicherò anche al partito. Qui intendo creare una squadra di 10-12 persone che mi consenta di fare affidamento sul lavoro di un gruppo più ampio»

Per finire, i rapporti con Marsico e con chi lo ha appoggiato all'interno del gruppo consiliare. Cambierà qualcosa?

«Manuel come me ha ascoltato gli appelli all'unità quando siamo stati nei circoli. Abbiamo idee di partito non così diverse. Ora si tratta di mettere insieme punti di vista che possono essere anche differenti, ma credo che il lavoro amministrativo ci aiuterà a concentraci su punti concreti per costruire unità. C'è bisogno di tutti»

Stefano Pileri

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