UNIVERSITÀ
Operai in Italia, imprenditori in Sri Lanka. Lavorano alle dipendenze dei prosciuttifici nel Parmense e, con i propri risparmi, aprono attività economiche nel Paese asiatico. Con gestioni «miste»: sul campo operano persone di fiducia ma il titolare può seguire l'attività grazie a webcam e comunicazioni via Whatsapp. Le storie degli immigrati dello Sri Lanka in provincia di Parma sono al centro di una recentissima ricerca universitaria, fra economia e antropologia culturale. I risultati saranno inclusi in un volume in uscita entro l'anno su «Migrem», progetto di ricerca che coinvolge gli Atenei di Parma, Milano, Trento, Pisa e Firenze.
I protagonisti della ricerca sono immigrati dello Sri Lanka - una ventina di persone nel «campione» - che lavorano nei prosciuttifici di Calestano, Felino e Sala Baganza. Persone che hanno accettato di raccontarsi - famiglia, lavoro, affetti, scelte di vita tout court - a Maria Molinari, dottoressa in Antropologia culturale. Forte della sua esperienza specifica sul campo, Molinari ha svolto la ricerca fra il 2024 e la prima metà del 2025, sia nel Parmense che in Sri Lanka. Qui ha trascorso un mese nel distretto di Puttalam, da dove provengono uomini e donne del campione. Puttalam è una zona sulla costa nord-occidentale del Paese, guadagnatasi l'appellativo di «Little Italy» e cresciuta economicamente grazie alle rimesse. Così ad esempio si vendono prodotti italiani e ci sono le pizzerie ma la mozzarella va prodotta in loco: «Un paio di imprenditori (operai nei prosciuttifici, ndr) - spiega Maria Molinari - hanno deciso di investire nell'allevamento di mucche e bufale per fare mozzarella e altri prodotti. Uno di loro ha imparato come si gestisce una stalla nel Parmense per poi insegnare ai suoi dipendenti in Sri Lanka».
Altri possibili sbocchi? «Due sorelle, da più di vent'anni in Italia, lavorano nei prosciuttifici e in Sri Lanka hanno aperto una fabbrica di abiti, che dà lavoro a una dozzina di persone, perlopiù donne. Un altro settore in cui si investe è il turismo, soprattutto sulla costa. Ci sono imprenditori che gestiscono resort con servizi connessi, come trasporti e guide turistiche». Qualcuno ha aperto un ristorante o un'attività di pesca. E poi c'è il cocco: comprare un terreno di palma da cocco può garantire un buon investimento, vista la forte richiesta del prodotto nella cucina locale.
Chiaramente bisogna tenere conto delle differenze di potere d'acquisto. In Sri Lanka uno stipendio medio varia fra 250 e 350 euro circa. Dallo studio emerge che, in media, un operaio nel Parmense può risparmiare fino a un terzo del proprio stipendio netto da destinare alle rimesse (ipotesi: fino a 500 euro su 1.500).
Ma come si gestisce un'azienda a più di 7mila chilometri di distanza? A questi livelli, basta uno smartphone. Le webcam sono molto utilizzate, per inquadrare ad esempio allevamenti e colture. Gli ordini possono essere controllati online e chiaramente ci si scambiano informazioni (così come foto e video) via telefono. Un ruolo fondamentale lo hanno le persone di fiducia in loco: può essere un operaio «anziano» così come la moglie rimasta in patria mentre il marito lavora da anni in Italia.
Gli operai-imprenditori dello Sri Lanka di solito hanno almeno 45-50 anni e hanno fatto il «salto» dopo aver consolidato lavoro e famiglia nel Parmense, comprando casa e investendo sul futuro dei figli. Qualcuno era tornato in patria ma è tornato dopo la pandemia e una crisi finanziaria del Paese nel 2021-22. Da alcune delle loro storie emergono soddisfazione per il loro successo come piccoli imprenditori. Qualcun altro ha espresso però il rammarico di non riuscire a diventare imprenditore in Italia, dove ha trovato più ostacoli, non ultimo nell'accesso al credito.
Dalla provincia di Parma, in generale, sono stati mandati in Sri Lanka 3,39 milioni di euro nel 2024 (+4,91%); da tutto il mondo ha ricevuto 1.500 milioni di dollari in rimesse. La creazione di imprese locali «è una componente delle rimesse che diventa sviluppo - osserva Andrea Lasagni, docente del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Ateneo -. Queste persone sono una risorsa sia per Parma sia per quell'area dello Sri Lanka, da dove provengono tanti immigrati e grazie ai quali è diventata più ricca (anche con un aumento del costo della vita). Non si toglie da un territorio dando a un altro; gli immigrati contribuiscono in entrambi i Paesi». Un fenomeno che, in termini tecnici, è definito «transnazionalismo».
Andrea Violi
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