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OLTRETORRENTE

Poca igiene e cibi mal conservati, il kebabbaro patteggia 3.000 euro di ammenda

Poca igiene e cibi mal conservati, il kebabbaro patteggia 3.000 euro di ammenda

09 Luglio 2025, 03:01

Quando erano entrati, una dipendente stava cucinando nel laboratorio del locale. Ai tecnici dell'Ausl, arrivati insieme ad alcuni agenti della polizia locale, era bastato un veloce sguardo per capire che in quella rivendita di kebab in Oltretorrente c'erano molte cose da rivedere, a partire da una teglia di peperoni arrostiti che se ne stava a raffreddare appoggiata sul pavimento. Ma ben altro era poi stato verificato, alla presenza del titolare, arrivato un'oretta dopo: lo stesso gestore - 37enne, tunisino, pregiudicato - che ieri, dopo l'accordo con il pm Massimiliano Sicilia, ha patteggiato 3.000 euro di ammenda davanti alla giudice Cristina Pavarani per aver violato l'articolo 5 del Testo unico delle leggi sanitarie sulla corretta conservazione degli alimenti.

Tutto era stato passato in rassegna in quella mattina del 19 dicembre 2022: oltre alla teglia di peperoni, nel laboratorio cucina erano stati trovati uno spiedo kebab lasciato scongelare a contatto con la pavimentazione, ma anche vari alimenti cotti, come pollo o preparati a base di carne e uova, messi a raffreddare a una temperatura non adeguata e in cattivo stato di conservazione. Ma altre «sorprese» erano state scoperte nel congelatore: si trattava perlopiù di alimenti di origine animale inseriti in buste di plastica che non erano certo per uso alimentare e senza alcuna indicazione di rintracciabilità, ma anche confezioni di pollo fresco, congelato dal titolare o dalla dipendente, senza dati sul termine di conservazione o congelazione. I tecnici avevano poi trovato anche alcune buste di patatine surgelate, con vari cristalli di ghiaccio sopra (il che indicava un cattivo stato di conservazione o congelazione) e sporche di un liquido rossastro, con ogni probabilità sangue di carne colato sopra.

E' così che, una volta riposti nel congelatore, tutti gli alimenti erano stati sottoposti al sequestro amministrativo e poi destinati alla distruzione. Allo stesso tempo era scattato un provvedimento di sospensione immediata dell'attività per far sì che fossero ripristinate le condizioni igienico-sanitarie previste. E, ieri, il patteggiamento ha chiuso il caso. Tremila euro per (si spera) voltare pagina.

G.Az.

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