×
×
☰ MENU

Il caso

«Laurea non valida», educatori disperati: anche Parma vuole il suo comitato

«Laurea non valida», educatori disperati: anche Parma vuole il suo comitato

di Antonio Bertoncini

10 Luglio 2025, 09:28

Avere in tasca un diploma di laurea triennale e non poterlo utilizzare per lo scopo per il quale si è acquisito: è questo lo strano caso di tanti giovani iscritti a Scienze dell’educazione negli anni 2017 e 2018, che non possono più partecipare a concorsi né essere chiamati a svolgere il lavoro di educatori e educatrici di asilo nido, neppure se il loro piano di studi era indirizzato a questo scopo.

Per questa ragione, diversi di loro sono scesi sul piede di guerra determinati a far valere i loro diritti, tramite Adl Cobas Reggio Emilia, prima organizzazione a farsi carico del problema, che anche a Parma sta cercando di costituire un «Comitato difesa professionale di educatrici e educatori». La questione è complessa e ha dimensione nazionale. In un tempo ormai lontano bastava il diploma da maestro o da educatore professionale, poi è stata richiesta la laurea triennale in Scienze dell’educazione, ma nel 2017 una legge nazionale ha cambiato le regole, con l’obbligo di sostenere alcuni esami che non erano previsti nei piani di studi degli iscritti nel 2017 e 2018. Sono proprio loro (a Parma si parla di alcune centinaia di persone, anche se molti hanno preso strade diverse), che non possono partecipare a concorsi per educatore di asilo nido.

«La legge era problematica fin dall’origine – spiega Cecilia Muraro di Adl Cobas Parma, che sta cercando di organizzare il movimento con un primo nucleo di alcune ragazze interessate – ma finora tutti hanno fatto finta di nulla, tanto che queste ragazze lavorano regolarmente come supplenti negli asili nido. Ora il Ministero ha disposto di applicare la legge, vincolando l’accesso ai concorsi ai requisiti previsti dalla nuova normativa».

Le ragazze presenti al primo incontro alla sede Cobas sono sconcertate. Per ora preferiscono mantenere l’anonimato, ma non nascondono la loro preoccupazione per il futuro: «Abbiamo conseguito la laurea triennale specifica per svolgere il lavoro di educatrici – fanno notare – ora ci dicono che la nostra laurea non va più bene e nessuno ci spiega cosa dobbiamo fare. In ogni caso non riteniamo accettabile dover pagare nuove iscrizioni e preparare una seconda tesi per lo stesso lavoro». Per ora l’Università di Parma non ha ancora proposto soluzioni, mentre quella di Reggio e Modena prevede un’integrazione del corso di laurea che costa soldi e fatica. Il Comitato chiede alla Regione una delibera di deroga provvisoria, in attesa di una sanatoria ministeriale che ponga fine alla questione. Ma non si sa se questa strada sia percorribile.

Antonio Bertoncini

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI