Lutto
Bardi Bardi ha salutato ieri con commozione Giuseppe Mazzocchi, scomparso a 67 anni a causa di un morbo degenerativo. «Giuseppe era un bravo padre e un bravo uomo. Non c’era niente che non sapesse fare. Ci conosciamo da quando avevo quattordici anni. Sognavamo la nostra vecchiaia insieme, ma si vede che nel nostro progetto di vita questo non c’era», dice Manuela Brigati, che ha accudito il marito con amore insieme ai familiari.
Padre di Marta, Lorenzo e Simone, nonno di Atena, Alessandro e Piero, Mazzocchi proveniva da una famiglia numerosa - tre figli maschi e tre figlie femmine, originaria di Cogno di Grezzo - ferita dalla morte precoce del padre Luigi, camionista, quando Giuseppe aveva solo 12 anni. Per la famiglia, il Comune aveva trovato una casa a Bardi e un lavoro come bidella per la madre, Maria Martini. «Giuseppe era una persona umile, un gran lavoratore. Ha sofferto molto per la morte di papà – dice Angelo, il fratello –. Siamo sempre stati molto uniti, abbiamo lavorato insieme e condiviso le vacanze con le nostre famiglie».
Mazzocchi aveva iniziato a lavorare a 16 anni come muratore, poi si era messo in società con il fratello, cognati e amici. Dopo un impiego a Fornovo, era tornato a lavorare a Bardi, come factotum, a Villa Mater Gratiae: riparava i guasti, curava il parco e l’orto. Fu anche volontario alla Pubblica Assistenza. Nel 2002, quando i suoceri si ritirarono, rilevò con la moglie lo storico negozio di alimentari in via Pietro Cella che i Brigati avevano gestito dal 1967.
Nel 2020, alla pensione, i primi segnali della patologia, in seguito sempre più aggressiva. «Giuseppe - racconta la moglie - ha mantenuto i ricordi della sua famiglia fino alla fine. Nonostante la malattia, è riuscito a fare il nonno. Comunicava molto con la nostra nipotina Atena di quattro anni, si lasciava imboccare e lei si sentiva utile».
Mazzocchi era molto legato ai santuari locali. Era discendente di Giuseppe Mazzocchi, «Pinoeu», ideatore dell’oratorio della Madonna di Pompei. Nel 1996, trasferendosi con la famiglia a Saliceto, aveva voluto traslocare il 26 maggio, festa della Madonna delle Grazie. «Con Giuseppe se n’è andata una gran parte di me. Ci siamo rispettati e ci siamo voluti tanto bene. Torneremo insieme. Mi aspetterà» conclude Manuela.
Laura Caffagnini
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