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Sala Baganza

Il Museo del fazzoletto: la storia scritta... dal naso

Il Museo del fazzoletto: la storia scritta... dal naso

12 Luglio 2025, 03:01

Sala Baganza Ha suscitato molto interesse e curiosità l’inaugurazione del Museo del fazzoletto da naso, unico al mondo. Ospitato dall’associazione culturale Arcadia rimarrà aperto tutto l’anno su prenotazione.

A parlare dell’importante e «meraviglioso lascito di Gigliola Mingozzi» è Antonia Sorsoli, che nell’allestimento si è avvalsa della «gentile e precisa consulenza di Maura Rossi»: una raccolta di 170 fazzoletti da fine ’800 ai primi anni ‘50, raccolti grazie alla passione della sua collezionista che racconta la storia e gli usi di un oggetto prima dell’avvento dei moderni e “antiecologici” fazzoletti di carta.

Dimensioni variabili da 16x16 a 50x50, in cotone, lino, tulle e seta, filati e tessuti a mano, con finissime trine, ricami e valenciennes, con semplici cifre o corone e stemmi nobiliari. Le didascalie aiutano a ricordarne gli usi: dal lasciarlo cadere a terra come segno di incoraggiamento al corteggiatore per le damigelle “fin siècle” al curioso uso francese di fine ‘800 di stamparvi le istruzioni per il maneggio del fucile, così che il buon soldato potesse impararle a memoria soffiandosi il naso, fino al fazzoletto foriero di calunnie e morti nell’Otello e quello orlato di trina di Rossana issato sulla lancia di Cyrano de Bergerac. Sono fazzoletti bianchi, come i fazzoletti da sposa, o rossi, come il fazzoletto francese per il rossetto, o neri come quello maschile da lutto in finissima batista con disegni jacquard datato 1920, accanto al fazzoletto politico disegnato da Emilio Pucci nel 1959 con la scritta “per un’Italia libera vota liberale” e al fazzoletto in lino filato e tessuto a mano con merletto geometrico del Nationale Volksarmee che lo stato tedesco dava ai soldati reduci della prima guerra mondiale.

Antonella Colombi

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