SAN LEONARDO
Sola. Senza mai far entrare nessuno in quel microcosmo oltre la porta di casa. Parola dei vicini, che non hanno mai visto varcare quella soglia negli ultimi 11 anni. Un tempo lunghissimo in cui sarebbero stati costretti a sentire un concerto di rumori continui dall'alba fino alle 8 del mattino e poi tra mezzogiorno e le 3 del pomeriggio proveniente da quell'appartamento al primo piano di un condominio in zona San Leonardo. E dal gennaio 2020 il fragore avrebbe avuto anche un'«appendice» serale tra le 21 e le 23.
Due coppie, una abitante nell'alloggio accanto, l'altra al piano superiore, unite dalla stessa (mala)sorte e da una querela firmata a quattro mani contro la vicina, una 54enne parmigiana finita poi sotto processo per disturbo del riposo delle persone. E nei giorni scorsi la giudice Francesca Anghileri (pm Massimo Porta) l'ha condannata a 2 mesi d'arresto. Alle quattro parti civili, assistite dall'avvocato Daniele Carra, è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 1.500 euro ciascuna.
Ma tanto rumore per cosa? Per nulla. Secondo i vicini, infatti, non ci sarebbero stati conflitti né motivi di astio, almeno fino al marzo 2023 quando le due coppie avevano presentato querela. Ancora prima, tuttavia, anche altri condomini si erano lamentati dei rumori, entrati nell'ordine del giorno di varie assemblee condominiali. L'amministratore aveva invitato la donna a rispettare la quiete degli altri e aveva anche affisso un richiamo al rispetto del regolamento, che vieta di «disturbare» tra le 13 e le 15 e dalle 22 alle 8.
Eppure, nulla sarebbe accaduto. Solito copione quotidiano: spostamenti di mobili e sedie, colpi violenti contro le pareti o gli zoccoli e a volte anche urla. Per certificare ciò che si diffondeva da quelle quattro mura, i quattro vicini avevano anche commissionato una relazione tecnica acustica a una società del settore. E la conclusione non lasciava molto spazio ai dubbi: «Si ha un deciso superamento della normale tollerabilità».
Così poco tollerabile quel frastuono che uno dei vicini era stato costretto a ricorrere agli ansiolitici. E lei? Mai vista in Tribunale. Eppure, non avrebbe perso il vizio. Anche dopo la condanna, da quell'appartamento impenetrabile solo uno stillicidio di rumori.
G.Az.
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