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Via Abbeveratoia

«Cavalleria rusticana» a colpi di spray urticante, quattro arresti

«Cavalleria rusticana» a colpi di spray urticante, quattro arresti

di Roberto Longoni

14 Agosto 2025, 03:01

Se ne sono dette di tutti i colori, e pare abbiano cominciato mesi or sono, forse mossi da gelosia, forse da motivi noti solo a loro. Fosse questione di tradimenti veri o presunti, si potrebbe parlare di Cavalleria rusticana 2.0. Dove sia compar Alfio che compare Turiddu sono interpretati da donne (l'unico uomo coinvolto avrebbe un ruolo marginale) e il coltello cede il posto allo spray al peperoncino. Meno letale del coltello, d'accordo, ma dal raggio d'azione più ampio: ne sanno qualcosa i sei, tra carabinieri e poliziotti, a loro volta investiti dagli spruzzi urticanti (oltre che centrati dagli immancabili colpi a carico di chi cerca di dividere due contendenti: per tutti prognosi di sette giorni). Qui i contendenti erano quattro. Tre donne e un uomo: da una parte una madre quarantenne e una figlia ventenne e dall'altra una giovane dell'Est e il compagno cinquantenne). Tutti arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

Identico, per i protagonisti del caso, il numero civico in via Abbeveratoia: i quattro sono vicini. La giovane dell'Est Europa verso mezzanotte stava rientrando, quando un messaggio l'ha avvertita di un possibile agguato sotto casa (con un coltello che per fortuna non è mai spuntato). Per strada, si è così munita di un bastone e ha chiamato i carabinieri. Più per «non essere costretta a farsi giustizia» da sé che per paura: così avrebbe detto. Al loro arrivo, oltre a colei che aveva richiesto il loro intervento, i militari hanno trovato solo il suo compagno che ha raccontato di un'aggressione subita un mese prima. Il tempo di sperare nel cessato allarme, e la madre e la figlia sono sbucate dall'oscurità, prendendo la giovane per i capelli sotto gli occhi dei carabinieri. Subito, la vittima del primo assalto ha ripreso in mano il bastone che aveva appena deposto su invito della pattuglia. Sull'altro lato del «fronte», invece, la ventenne ha sollevato un casco per colpire il compagno della donna dell'Est.

Da rovente, la notte in via Abbeveratoia si stava facendo incandescente per questioni tutt'altro che climatiche. Per la prima pattuglia intervenuta era il caso di chiamare rinforzi, anche perché madre e figlia continuavano a cercare di assalire la giovane e il suo compagno. Intanto, le richieste dei carabinieri ai due (che qualche colpo l'avevano preso) di andare a farsi visitare al vicino Pronto soccorso cadevano nel vuoto. Volavano botte e minacce. Tra queste anche l'estremo «t'ammazzo», ben comprensibile anche se proferito in siciliano. E volavano offese ai carabinieri e ai poliziotti intervenuti a loro volta in via Abbeveratoia.

Poi, la svolta piccante (in senso letterale). Quando la coppia sembrava finalmente decisa a rientrare in casa, la donna dell'Est ha spruzzato lo spray al peperoncino estratto dalla borsa. Pronta la risposta al «fuoco», a sua volta con lo spray, da parte della ventenne. A farne le spese soprattutto le donne e gli uomini delle forze dell'ordine che cercavano di dividere il quartetto. Sotto una nube urticante, il parapiglia si è acceso ancor di più, mentre la ragazza e la rivale si bersagliavano con calci e pugni (centrando anche carabinieri e poliziotti). Vista la compagna bloccata, secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe a sua volta tentato di aggredire le forze dell'ordine. Nella colluttazione, un agente della Volante si è contuso un ginocchio, procurandosi un lungo strappo ai pantaloni della divisa. Intanto, è stata «disarmata» la ventenne, che aveva infilato la bomboletta nei pantaloni. Più difficile trovare l'altro spray: la rivale lo teneva stretto in mano.

La notte (trascorsa in due celle di sicurezza separate) sembra non aver portato del tutto consiglio. Gli animi erano ancora caldi ieri pomeriggio, durante la direttissima, tanto che il giudice Maurizio Boselli - sempre molto pacato - ha dovuto alzare la voce un paio di volte per riportare la calma in aula. Boselli ha convalidato l'arresto, come richiesto dalla pm Laila Papotti, ma senza disporre i domiciliari per i quattro. «Meno stanno in contatto e meglio è: anzi, andate in vacanza» ha commentato l'avvocato Manfredo Lazzerini, difensore delle due donne. Liberi, ma «ammoniti», i quattro: il giudice li ha congedati sottolineando che, alla prima notizia di nuove liti a loro carico scatterebbe il divieto di dimora a Parma e in provincia. Se proprio non riescono a farne a meno, con il peperoncino condiscano la pasta con aglio e olio.

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