×
×
☰ MENU

Intervista

L'attore fidentino Lorenzo Adorni: «Il successo con “Gerri” e prossimamente “Lidia Poet”»

L'attore fidentino Lorenzo Adorni: «Il successo con “Gerri” e prossimamente “Lidia Poet”»

di Valentina Cristiani

23 Agosto 2025, 03:01

Non si arriva al successo per caso. È il frutto di una semina paziente, di un’onesta e costante gavetta. Lo dimostra la storia di Lorenzo Adorni, classe 1992, il volto fidentino che, passo dopo passo, sta scalando le vette del panorama televisivo italiano.

Dalla compagnia teatrale «Quelli che il D’Annunzio» di Fidenza alle serie tv Rai e Netflix, la sua carriera è un susseguirsi di tappe significative.

Ha recitato in serie televisive di successo come «Il Commissario Montalbano» e «Il Cacciatore», oltre a film come «Adagio», in concorso al Festival di Venezia, «Maschile singolare» e «L’amor fuggente». Ha preso parte anche a serie tv Netflix, come «Guida astrologica per cuori infranti», e al cortometraggio «Yolo».

Un percorso fatto di pochi sì e tanti no, un sentiero che ha imboccato con la saggezza di chi sa che ogni traguardo va sudato. Il suo cammino di crescita professionale lo ha portato a interpretare il tormentato agente di polizia Roberto Calandrini nella serie televisiva di Rai 1 «Gerri», dove è il collega del protagonista Gerri Esposito, poliziotto di origini rom in forze alla questura di Trani, interpretato da Giulio Beranek.

Adorni si definisce un attore all’antica, poco propenso a scorciatoie. Il suo arrivo sul set di «Gerri» ne è la prova lampante: un provino, un casting, una conferma. La vera magia è scattata sul set. Il suo personaggio, Calandrini, lo ha affascinato fin dal primo momento. Un «personaggio talmente fuori luogo, a tratti, e scomodo» che ha catturato la sua attenzione e lo ha spinto a esplorarne ogni sfumatura. La sua intesa con il protagonista è stata la chiave di volta. «Io e Giulio (Beranek, ndr) siamo due amici fraterni da tantissimo tempo e per noi è stato un gioco», confessa Adorni, svelando il segreto di un’intesa che ha reso la serie così credibile. La scena della lite nell’ufficio del capo della mobile Nicola Santeramo è l’emblema di questa sintonia: «complessa e articolata», ma allo stesso tempo un’opportunità per «sbizzarrirsi con gli insulti e le prese di posizione». Il successo di «Gerri» è innegabile, con ascolti record su Rai 1 (è anche su RaiPlay e Netflix). Eppure, il futuro della serie è avvolto da un’ombra di incertezza. «Ufficialmente niente è ancora stato affermato. Ciò che conta è il risultato raggiunto, l’orgoglio di aver fatto parte di un progetto che, pur senza nomi popolari, ha saputo conquistare il cuore del pubblico», rivela Adorni, ma l’attore non ha paura di sollevare una questione cruciale che riguarda il mondo televisivo e cinematografico di oggi. «Trovo giusto mettere sotto i riflettori alcune dinamiche contemporanee», afferma, suggerendo che le produzioni che affrontano temi “scomodi” come la diversità, l’integrazione e la lotta ai pregiudizi rischiano di non essere rinnovate. Mentre il destino di «Gerri» rimane appeso a un filo, il futuro di Lorenzo Adorni è già delineato. L’attore tornerà su Netflix nella nuova stagione de «La legge di Lidia Poet», dove vestirà i panni di un medico.

E in questo vortice di impegni e successi, Adorni non dimentica mai le sue radici. L’intervista si conclude con una nota toccante, un’istantanea della sua anima più profonda. «Ultimamente mi manca il vento sui campi», confida, e la nebbia che avvolge la sua terra d’origine. Un sentimento di nostalgia che si trasforma in una dichiarazione d’amore per Fidenza, la «casa» che gli ha dato le «radici» e che lo fa sentire «amato e cullato». Un legame indissolubile, che lo accompagna ovunque, anche «nella distanza più grande».

Valentina Cristiani

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI