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Vespe e calabroni, l'estate rovente dell'«antiaerea» dei vigili del fuoco

Vespe e calabroni, l'estate rovente dell'«antiaerea» dei vigili del fuoco

24 Agosto 2025, 03:01

Sciamano, ronzano, pungono. E il più delle volte non serve nemmeno che affondino il colpo: già il loro volo ravvicinato semina il panico. Volo a strisce giallonere, ancora più frequente del solito in questa strana estate di sbandamenti climatici (con molti più alti che bassi). Basta guardarsi intorno, per capirlo. I registri di chi vive su questo fronte lo confermano: gli interventi dei vigili del fuoco per debellare le minacce da imenotteri a ieri pomeriggio erano 360, 260 dei quali dal primo luglio, una media di cinque al giorno. Di questo passo è facile immaginare che venga superato il numero dello scorso anno, quando il 115 ricevette 570 chiamate di cittadini alle prese con vespe, calabroni e, in misura minore, api. «Il trend è in aumento, almeno del 10 per cento» sottolinea Fabrizio Finuoli, funzionario del comando di via Chiavari.

In aumento è pure la fobia. C'è chi - allergico o no - ha chiesto aiuto dopo aver visto anche solo una vespa volare. Facessero tutti così, altro che squadra dedicata (vigili del fuoco che trascorrono buona parte del turno con lo «scafandro» antipunture, accorrendo qua e là) servirebbe. «Molti poi chiamano senza avere individuato il favo, e in questo caso l'intervento è inutile, perché non si riesce a eliminare la minaccia». Così, è accaduto che, non riuscendo a capire dove fosse il nido, una persona allergica ha dormito fuori casa, per tornare l'indomani. «Quando poi, individuato il favo, si è proceduto con la disinfestazione» racconta Finuoli, raccomandando di fornire il maggior numero possibile di informazioni per la riuscita dell'intervento.

Dipende anche da chi si rivolge al centralino di via Chiavari, per stabilire se si è o meno nell'ambito del soccorso tecnico urgente. La precedenza, come è ovvio, viene data alle persone più fragili: malati, anziani, bambini. Un favo vicino a una casa protetta o a una scuola o a un asilo verrà preso più in considerazione di un altro, delle medesime dimensioni, vicino a una seconda casa in montagna.

Improntati al buon senso i consigli di Finuoli per quanto riguarda il fai da te, permesso in alcuni casi da insetticidi in grado di agire da distanza di sicurezza (meglio in orario serale, quando la minaccia è meno attiva). «Massima prudenza con i calabroni: meglio non prendere iniziative, specie se il nido è grande. I calabroni, se infastiditi, diventano pericolosi: anche poche punture possono essere fatali». Purtroppo, le cronache lo testimoniano. Così, oltre a chi vive perennemente armato con lo spray anti-imenotteri, c'è chi - sapendo di essere allergico - non abbandona mai gli antidoti.

Anche le vespe possono fare molto male, specie se presenti in gran numero. Guai a rompere il nido. La loro fantasia nel cercarsi una casa, come quella dei calabroni, sembra senza limiti: negli ultimi giorni le si è dovute «stanare» da spazi tra le finestre e gli scuri, da tapparelle, da bocchette per la ventilazione; a Bedonia, da una canna fumaria, a Terenzo (calabroni) dal tetto di un'abitazione. Anche le api possono rappresentare un pericolo, ma ancora di più sono una risorsa da salvaguardare. Così, è l'apicoltore che si prodiga per recuperare lo sciame e portarlo altrove. Ma se il favo è fuori portata, la squadra di via Chiavari è comunque coinvolta nell'intervento: con l'autoscala, come di recente è accaduto in via Buffolara, o con la scala italiana, che, una volta montata raggiunge i dieci metri di lunghezza. Facile da manovrare, è l'ideale per raggiungere i piani alti in centro città.

Gli imenotteri tuttavia non hanno il monopolio assoluto dello «zoo» dei vigili del fuoco. Solo negli ultimi giorni, le squadre sono dovute intervenire per recuperare tre serpenti (uno infilato in una lavatrice), un gatto intrappolato nel motore di un'auto elettrica e una civetta incastrata nel camino di una casa in via dei Mille a San Secondo Parmense. «Anche di queste ne salviamo sempre più: una volta liberate, le consegniamo al centro di San Polo d'Enza» spiega Finuoli. A dispetto di quanto sostiene la tradizione popolare, portano fortuna. E magari tengono lontani i calabroni.

rob.lon.

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