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Dodici luoghi monitorati dai volontari

L'altro sguardo sulla città: ecco la «mappa» del Ciac

L'altro sguardo sulla città: ecco la «mappa» del Ciac

di Asia Rossi

31 Agosto 2025, 03:01

Parma si è lasciata osservare «con altri occhi». Ventotto cittadini, italiani e migranti, donne e uomini di età diverse, hanno attraversato dodici luoghi simbolici tra centro e Oltretorrente: da piazza Ghiaia a piazzale Picelli, dal Duomo al Teatro Regio. È nata così una mappa nuova, non segnata da linee e confini, ma da sguardi e racconti. Una geografia fatta di dettagli inattesi, contrasti e possibilità future, in cui i luoghi smettono di essere semplici coordinate e diventano spazi di memoria, relazioni e immaginazione.

Questo è il cuore del progetto «Con altri occhi», promosso dal Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale), con il contributo della Regione Emilia Romagna e collaborazione del Comune di Parma. Venerdì la sua sintesi si è trasformata in una festa di comunità in piazzale delle Barricate, di fianco all'Annunziata.

Il percorso non è stato soltanto un esercizio di osservazione urbana, ma un modo diverso di abitare gli spazi. L’intento era esplorarli con uno sguardo curioso e consapevole, capace di cogliere non solo la bellezza o il degrado, ma anche ciò che di solito rimane invisibile: i gesti minimi, le relazioni silenziose, i margini che separano e al tempo stesso avvicinano. La forza del progetto è stata la pluralità degli sguardi: ciascuno, con il proprio vissuto, ha offerto prospettive differenti che insieme hanno restituito un ritratto più vivido e complesso della città. La finalità era proprio questa: far emergere la ricchezza nascosta e restituire valore ai luoghi come spazi di fiducia, inclusione e convivenza.

Il pomeriggio in piazzale delle Barricate ha reso tangibile questa esperienza. Cuore della festa è stata l’edicola sociale Equa, riaperta dal Ciac e già divenuta presidio di diritti e di incontri. Attorno ad essa si sono alternati assaggi multiculturali, musica, balli e fotografie: profumi di spezie, voci intrecciate in più lingue, passi di danza che hanno trasformato lo spazio in un mosaico pulsante. Con il calare del sole, racconti e immagini hanno dato voce alla ricerca collettiva, facendo del quartiere una piazza di narrazioni condivise.

«Abbiamo avviato attività di mediazione e osservazione partecipata in Oltretorrente, coinvolgendo i luoghi nevralgici del quartiere», ha spiegato Chiara Marchetti, responsabile dell’area progettazione di Ciac. Da questo intreccio di percezioni è nata una riflessione più ampia: quanto siano importanti gli spazi pubblici vissuti come luoghi sicuri e ospitali; quanto conti non solo l’accessibilità fisica, fatta di strade illuminate, panchine e servizi, ma anche quella emotiva, cioè la possibilità di sostare senza sentirsi esclusi o sotto sguardo. È emerso anche il valore di una socialità discreta, fatta di piccoli gesti quotidiani che rompono l’isolamento e creano fiducia.

Un riconoscimento condiviso anche dall’assessore comunale ai Lavori pubblici e alla legalità, Francesco De Vanna, che ha definito l’iniziativa «uno sguardo prezioso sull’Oltretorrente», un quartiere dalla forte identità storica e culturale, capace di guardare al futuro rafforzando anche i legami di prossimità.

La festa ha reso evidente il senso del progetto: in poche ore il quartiere si è mostrato nelle sue sfaccettature, ma anche nella sua energia silenziosa. Parma vive nelle persone che ogni giorno la abitano e la trasformano. Ed è proprio da questa consapevolezza che nasce la possibilità di imparare a guardarla davvero, «con altri occhi».

Asia Rossi

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