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Covid, 6 ricoverati. Arriva una nuova variante contagiosa

Covid, 6 ricoverati. Arriva una nuova variante contagiosa

di Monica Tiezzi

01 Settembre 2025, 03:01

Sono sei al momento le persone ricoverate nella Medicina interna di continuità dell'ospedale Maggiore, affette da Covid. Un dato, spiega la dirigente del reparto Tiziana Meschi, che si mantiene pressoché stabile da tempo, fra dimissioni e nuove entrate.

A finire in ospedale, a causa del virus (o per situazioni nelle quali il virus gioca un ruolo) sono come sempre persone prevalentemente anziane e con altre patologie. Fra i ricoverati, ad esempio, c'è un 78enne cardiopatico, un malato oncologico 60enne, un 76enne con una malattia autoimmune, una 87enne con scompenso cardiaco.

Poche altre persone malate di Covid si trovano anche in altri reparti ospedalieri, ad esempio due casi al giorno vengono rilevati da inizio agosto fra quelle che finiscono al pronto soccorso. Il contagio viene individuato nei test pre ricovero, e i pazienti isolati dagli altri, ma non c'è più obbligo di segnalarli alla direzione centrale del Maggiore.

I dati dei sistemi informativi dell’Ausl di Parma e del Sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive presentano un quadro non preoccupante: 82 casi segnalati nei primi sei mesi del 2025 (112 è invece il dato aggiornato al 27 agosto) contro i 340 dello stesso periodo del 2024 (che ha visto in totale 1.489 casi).

Ma, premettono all'Ausl, questi sono solo i casi di Covid-19 diagnosticati e notificati ufficialmente. «Numeri che non rappresentano certo tutte le infezioni, ma vanno letti come indicatori di tendenza. Negli ultimi due anni - spiega la dirigente dell'Igiene e sanità pubblica dell'Ausl, Silvia Paglioli - il quadro normativo è cambiato: non è più previsto l’obbligo generalizzato di test o di certificazione per i positivi e molte diagnosi avvengono tramite test rapidi effettuati a domicilio o anche in farmacia. Una parte di questi risultati confluisce nei flussi ufficiali, mentre altri rimangono a uso personale senza obbligo di notifica».

Impossibile dire quanti raffreddori, mal di gola, febbriciattole estive siano «responsabilità» del Covid. Di certo è finito a letto con il Covid (ed ha dovuto interrompere il suo tour) il cantante Stash dei The Colors, che sui social ha spiegato la situazione ai fan dal letto di casa, aggiungendo di sentirsi ko e invitando a non dimenticare (e sottovalutare) la presenza del virus.

Se il virus sonnecchia, il Covid tiene banco in politica, complice una maggioranza con combattive frange no vax: prima la decisione di abrogare le multe ai no vax, poi a marzo la commissione d'inchiesta sulla gestione della fase emergenziale della pandemia, e infine (storia di due settimane fa) la polemica per la decisione di includere nel Nitag (Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni) due medici no vax come il pediatra Eugenio Serravalle e l'ematologo Paolo Bellavite. Una levata di scudi (per la verità più dal mondo scientifico e medico che da quello politico) che ha costretto il ministro della Salute Orazio Schillaci ad azzerare (a 10 giorni dalla nomina) tutta la commissione formata da 21 membri.

«Se l'impatto del Covid su persone immunocompetenti resta sottotraccia, risolvibile in pochi giorni con qualche tachipirina, per le persone con patologie concomitanti, in particolare ematologiche ed oncologiche, il vaccino resta altamente consigliato perché contrarre il virus significa esporsi al rischio di polmoniti e ricoveri» dice Meschi.

Il vaccino di quest'anno, spiega Paglioli, presenta la sottovariante LP.8.1 del SARS-CoV-2 emersa nel luglio 2024 e classificata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come “variante sotto monitoraggio” a febbraio 2025.

Questa variante, continua Paglioli, «appartiene alla famiglia Omicron, discende da JN.1 e presenta mutazioni nella proteina Spike che ne aumentano la diffusione. È oggi la variante più diffusa al mondo. Ema (l'Agenzia europea per i medicinali) e Oms raccomandano vaccini aggiornati per proteggere i soggetti a rischio». Specie perché, continua la dirigente Ausl, «negli ultimi mesi, ha mostrato una crescita costante nella circolazione globale, superando altre varianti appartenenti alla stessa famiglia virale. Da marzo 2025 è diventata la variante dominante in Stati Uniti, Regno Unito ed Europa. L'aggiornamento vaccinale dovrebbe garantire una maggiore efficacia contro un virus che continua ad evolvere».

Anche se l'Oms ha valutato il rischio globale come basso, raccomanda di mantenere la sorveglianza, specie in vista dell'arrivo del freddo, quando la pressione sui sistemi sanitari tende a crescere. «Tra i gruppi più vulnerabili che dovrebbero immunizzarsi - conclude Paglioli - ci sono gli over 65, le persone immunocompromesse e pazienti con comorbilità».

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