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Colpaccio Langhiranese: arriva l'ex Parma Ceravolo

Colpaccio Langhiranese: arriva l'ex Parma Ceravolo

di Matteo Poletti

04 Settembre 2025, 03:01

Fabio Ceravolo è pronto a scrivere una nuova pagina di storia nel parmense. Soprannominato «la belva» per il suo fiuto del gol, l’ex attaccante del Parma è rimasto legato alla città per motivi sportivi e sentimentali e ora torna in provincia con la Langhiranese, con cui affronterà il primo campionato di Promozione della sua carriera. Una carriera che lo ha visto segnare ben 115 gol in 550 partite, di cui 9 nelle 43 presenze in maglia gialloblù tra il 2017 e il 2019. Langhirano, quindi, attende il suo nuovo goleador per arricchire un mercato che punta a rendere i grigiorossi molto più di una semplice neopromossa.

Come mai ha scelto la Langhiranese?

«Volevo rimanere nelle zone di Parma, che ormai è diventata la mia dimora fissa e quindi mi sono spesso e volentieri privato di altre possibilità, anche in categorie superiori. Mi viene in mente la Reggina, dove sono cresciuto calcisticamente. La mia è stata una scelta familiare, in quanto ormai la mia vita e le mie attività sono tutte a Parma. Oltre alla vicinanza, c’è anche un’amicizia che porto avanti da tanti anni con Renzetti (Francesco, ex giocatore di Cesena, Genoa, Cremonese e Modena, ndr). Già due anni fa lui mi aveva chiesto di dargli una mano in questa categoria, ma allora non me la sentivo di scendere così tanto. Poi anche la perseveranza del direttore sportivo Simone Pompini, con cui mi sento ormai più che con la mia compagna, ha fatto sì che trovassimo l’accordo giusto. Sono andato a seguire una partita della Langhiranese e mi è piaciuto l’ambiente familiare e molto genuino. Tutte queste situazioni mi hanno portato ad accettare».

Sarà la sua prima esperienza in un campionato dilettantistico regionale: come si sente ad affrontare questa novità?

«Allenarsi tre volte a settimana con orari serali dopo che per vent’anni sono stato abituato ad allenarmi tutti i giorni e ad avere delle strutture e un’organizzazione di alto livello richiederà un periodo di adattamento. Dopo la promozione dell’anno scorso, la Langhiranese vuole migliorarsi: ho trovato uno stadio molto importante per la categoria e la proprietà vuole alzare sempre l’asticella. Questo fa sì che si possa lavorare bene».

Cosa le è rimasto di Parma dal punto di vista calcistico?

«Dopo Milan, Juventus e Inter, il Parma è la squadra italiana con più titoli europei. Giocare nel Parma, quindi, vuol dire giocare in un top club. Poi, è chiaro, ogni periodo storico ha la sua importanza: dal Parma degli anni Novanta sono cambiate un po’ di cose, ma rimane la squadra più importante che ho avuto. Quando indossavo quella maglia la trattavo come se fossi nel club più titolato al mondo. Mi ricordo benissimo la visita al museo dei primi giorni: lì capisci dove ti trovi, il blasone della squadra, quindi devi dare il massimo. Sono stati due anni bellissimi, conditi con la promozione in serie A e con una salvezza per niente scontata».

Riguardo alle sue attività extra calcistiche?

«Mi è sempre piaciuto il mondo immobiliare, quindi da quando sono venuto a giocare a Parma e mi sono innamorato della città, ho sempre considerato di fermarmi qui. Ho deciso definitivamente quando ho conosciuto la mia compagna, che mi ha regalato due meravigliosi bambini. Ho qualche proprietà immobiliare e una show room di design, aperta su appuntamento, dove negli anni ho accumulato oggetti unici».

Cosa pensa di fare quando smetterà con il calcio giocato?

«A me piace molto la stabilità: dopo venticinque anni a cambiare città, la scelta di rimanere vicino a Parma è dovuta al mio modo di vedere le cose. Ad oggi non vorrei fare né l’allenatore né il direttore sportivo, ma mi piacerebbe restare in qualche società calcistica con un ruolo più dirigenziale».

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