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La giornalista parmigiana Monica Bertini

«Ho denunciato i siti sessisti che hanno usato mie immagini»

«Ho denunciato i siti sessisti che hanno usato mie immagini»

di Luca Pelagatti

04 Settembre 2025, 03:01

«Io non sono una vittima ma una combattente: denunciare è un atto di forza per difendere e riprendersi la propria dignità. E questo vale per me e per tutte le altre donne coinvolte».

Monica Bertini siamo abituati a vederla condurre con garbo le trasmissioni sulle reti Mediaset, giornalista sospesa tra lo sport e la cronaca. Ma in questi giorni il suo nome è purtroppo stato legato a qualcosa di ben diverso: e questo spiega anche perché il tono della sua voce è, questa volta, tutt'altro che sorridente: «Perché si tratta di una situazione disgustosa in cui qualcuno ha speculato per denaro su persone inconsapevoli. E questo non è accettabile».

La storia è quella dei siti internet sessisti, quelli in cui sono state per anni pubblicate foto di donne, senza il loro consenso e spesso ritoccate, accompagnate da commenti volgari e da insulti. E tra quelle donne c'era anche la giornalista parmigiana.

«All'inizio, e parliamo di più di un anno fa, sono iniziati a comparire post sui social che proponevano false notizie. Una volta c'era una foto di me ammanettata, un' altra si diceva che ero ai domiciliari. Ovviamente era tutto falso ed era un artificio per trascinare le persone che cliccavano in siti che nascondevano commercio di criptovalute, truffe online. Ovviamente la cosa mi ha indispettito e mi sono rivolta alla polizia postale denunciando il tutto ma pensando che, visto che ero in onda tutti i giorni sulle reti Mediaset, le persone avrebbero potuto capire al volo che si trattava di falsi. E che naturalmente non ero in arresto».

Ma quando la macchina del web truffaldino si mette in moto è difficile immaginare dove si potrà finire. E infatti la deriva dello squallore è proseguita se possibile ancora con maggior forza.

«Dopo pochi mesi ecco infatti immagini di tutt'altro genere: fotomontaggi più che espliciti, scene pornografiche in cui il mio volto era sovrapposto a corpi di altre donne. E a quel punto sono tornata a denunciare».

Non solo: la conduttrice si è rivolta a uno studio legale specializzato che ha svolto un'indagine in rete: svelando che di quelle immagini internet sembrava essere pieno. «E' allora che ho scoperto che le mie immagini si trovavano in quei siti ora bloccati e su cui indaga la magistratura. E insieme alle immagini si trovavano pagine di commenti difficili persino da leggere», prosegue Monica Bertini che ribadisce il motivo della sua indignazione: «Il silenzio in questi casi non è una opzione e la vergogna non deve essere la nostra, ma di chi alimenta questo commercio. Qui non c'entra la libertà, questi non sono siti realizzati per gioco o per stupidità: no, dietro questo fenomeno ci sono ingenti giri di denaro realizzato disumanizzando donne trattate come oggetti. Ma sia chiaro: la scelta di denunciare non corrisponde ad una richiesta di pietà e tanto meno a un'accusa verso il mondo degli uomini per la maggior pare dei quali provo una profonda e assoluta stima. No, io invito tutti a schierarsi contro ogni forma di violenza online che colpisca chiunque».

Anche se, purtroppo, c'è la consapevolezza che non è facile e che, cosa ancora più grave, c'è la possibilità che in responsabili alla fine non ne rispondano. «In effetti si tratta di fenomeni molto difficili da combattere e da sanzionare. Ma questo non ci deve fermare: la lotta non si ferma con la chiusura di un singolo sito o forum ma deve continuare per un mondo più rispettoso. Sia chiaro: per tutti».

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