Kermesse
Cielo azzurro sopra piazza Ferrari e una leggera brezza, «sarà il “marino”?» scherza qualcuno fra il pubblico, rinfresca Langhirano, mentre sul palco c’è una Berkel «vestita» di rosso (l’anno scorso era invece di un verde inedito) pronta ad affettare la prima fetta, quella che dà il via alla 28ª edizione del Festival del Prosciutto di Parma. Prima però, il rito del taglio del nastro tricolore.
«Ho fatto un lungo viaggio da Roma e avrei un certo languorino», scherza Francesco Panella, ristoratore e conduttore televisivo, ospite d’onore della kermesse, mentre la madrina del Festival, l’atleta parmigiana Giulia Ghiretti, con una competenza da salumiere, armeggia accanto alla Berkel e affetta che è un piacere. «Giulia, dammene tre etti», scherza Panella. La piazza, pienissima, ride, perché il Festival è convivialità e gioia per il palato.
«Sono un fan assoluto del Prosciutto di Parma. Ho la fortuna di trovarlo ovunque. A noi italiani piace mangiare bene e lo mettiamo in valigia per portarcelo dappertutto», garantisce Panella, che con il programma «Little big Italy» ha girato i ristoranti italiani (alcuni non proprio imperdibili) in giro per il mondo e che ora è impegnato con «Che faccio, lascio?», un divertente quiz nelle salumerie, in onda sui canali social del Prosciutto di Parma. Quiz che Panella ieri sera ha riproposto anche in piazza Ferrari.
«Quando ero a Londra mi ricordo che il prosciutto ci ha salvato tante cene e tanti pranzi», ricorda l'atleta paralimpica Giulia Ghiretti, medaglia d'oro nel nuoto ai Giochi di Parigi nel 2024. «Ma tu quanto prosciutto mangi?», le chiede Francesca Romana Barberini, presentatrice del Festival per il 12° anno. «A casa mia il Prosciutto di Parma è sempre in frigo», risponde Giulia che, saggiamente, non rivela i suoi eventuali sgarri alla dieta dell'atleta.
«Il Prosciutto di Parma è una storia che si tramanda di generazione in generazione», è un prodotto creato «da gesti antichi e mani sapienti», afferma il sindaco di Langhirano, Giordano Bricoli, prima di parlare della Prosciutto di Parma Experience, la novità dell'edizione 2025, dell'iniziativa Finestre Aperte, della Prosciutteria in piazza Garibaldi e dell'Academy del Prosciutto di Parma.
«Abbiamo portato a termine un progetto virtuoso che permette alle aziende di avere il minor impatto ambientale sul territorio», afferma soddisfatto Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma che, con molta onesta, non nasconde le difficoltà. «Negli Usa, che sono il nostro primo mercato, dobbiamo combattere contro i dazi». Nonostante questo, assicura, «la quota di export negli Stati Uniti non è calata. Oltre oceano abbiamo consumatori affezionati a un prodotto che è un'eccellenza mondiale».
Alessandro Fadda, presidente della Provincia, si concentra sui Musei del Cibo, «l'anno scorso hanno fatto 30mila accessi», e poi anticipa: «Il Museo di Langhirano sarà ampliato. Avrà aule per consentire la presenza delle scolaresche».
«L'Emilia Romagna è la Food valley d'Italia e la sua capitale è Parma. Se lo dico io che sono reggiano l'applauso deve essere doppio», scherza Alessio Mammi, assessore regionale all'Agricoltura. «Il cibo è cultura e questa è un'opera d'arte», prosegue ricordando che la Regione, attraverso i bandi, metterà a disposizione 100 milioni di euro per difendere e promuovere i prodotti tipici sui mercati. «Dazi e barriere sanitarie preoccupano», ammette Paolo Tanara, capo consulta Prosciuttifici dell'Unione parmense industriali, «ma continueremo a trovare soluzioni, come facciamo da 70 anni a questa parte, per tenere alto il Prosciutto di Parma, che è un punto fermo dell'economia parmense».
Pierluigi Dallapina
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