Tasse
Il Parmense è un territorio ricco e, di conseguenza, è anche uno di quelli che, sia in regione che in Italia, versa più tasse nelle casse dello Stato. Per quanto riguarda l'Irpef persone fisiche, i contribuenti della città e della provincia versano in media all'erario 6.579 euro: un valore che pone Parma al sesto posto in Italia e al secondo in Emilia-Romagna, tra le province più «tartassate».
Come si vede nella tabella a destra - elaborata dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati del ministero dell'Economia relativi al 2023 - quella di Milano è la provincia italiana in cui è più alto il valore dell'Irpef media versata, seguita da quella di Roma, Monza-Brianza, Bolzano e Bologna (una sequenza invariata rispetto alla classifica 2022). Non è un caso che le prime posizioni siano occupate dalle province più ricche. All'estremo opposto, Sud Sardegna, Ragusa, Nuoro, Crotone e Vibo Valentia chiudono la classifica nazionale.
«Tessuto industriale vivace»
«I dati della Cgia di Mestre – dichiara il presidente della Provincia Alessandro Fadda – certificano il benessere diffuso nel Parmense. Il sesto posto di Parma e provincia, con valori ben superiori alla media nazionale, è il risultato di un territorio in cui si combinano al meglio fattori determinanti quali la presenza di un tessuto economico-industriale radicato e vivace ed un sistema di istituzioni pubbliche, dalle amministrazioni comunali alla scuola e all’università, in grado di garantire tutta una serie di servizi (asili nido, trasporti, rete infrastrutturale ed anche cultura, sport e tempo libero) che fanno sì che il Parmense continui ad essere un territorio che offre opportunità di lavoro e di crescita».
«Un ruolo centrale lo ricopre, certamente, il mondo della scuola e dell’università che accompagna i nostri ragazzi e le nostre ragazze in un percorso di crescita e di formazione che ben si lega alle richieste del mercato e alle necessità di sviluppo delle imprese. Dallo studio credo emerga il reale valore del sistema Parma con imprese che investono sul territorio ed istituzioni che si prodigano per offrire servizi alle aziende e alle persone. Come Provincia siamo impegnati per fare in modo che questi valori si mantengano nel tempo e per fare in modo che vi possa essere una redistribuzione della ricchezza il più equa possibile sul territorio provinciale».
La pressione fiscale non cala
Nella sua relazione, l'Ufficio studi della Cgia sostiene che il calo della pressione fiscale in Italia è sostanzialmente impercettibile. «Nel Documento di economia e finanza del 2025, si stima una pressione fiscale per l’anno in corso del 42,7 per cento, un livello in lieve aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al dato del 2024». Va però ricordato che la Legge di Bilancio 2025 «ha sostituito la decontribuzione a favore dei lavoratori dipendenti con una analoga misura che combina gli sconti Irpef con il “bonus” a favore delle maestranze a basso reddito. Mentre la decontribuzione si traduceva in minori entrate fiscali-contributive, il “bonus” (che vale circa 0,2 punti percentuali di Pil) viene contabilizzato come maggiore spesa e quindi va ad “appesantire” la pressione fiscale. Pertanto - conclude l'Ufficio Studi della Cgia - se tenessimo conto di questo aspetto, nel 2025 la pressione fiscale sarebbe destinata a diminuire, sebbene di poco, attestandosi comunque al 42,5 per cento».
L'Ufficio studi, nell'ultima relazione, ricorda infine che «la crescita registrata dalle retribuzioni», grazie ai rinnovi contrattuali, ha determinato un rialzo sia dell'Irpef che dei contributi previdenziali, mentre «l’impatto sulla pressione fiscale riconducibile all’aumento delle tasse provocato dal governo Meloni non ha inciso in maniera determinante». Bene gli sgravi e i bonus, ma va potenziata anche la lotta all'evasione.
P.Dall.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata