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Calestano

I parenti e il compagno ai funerali di Alessandra Ollari, sepolta vicino ai genitori. Il parroco: «Alessandra spazzata via dalla violenza»

I parenti e il compagno ai funerali di Alessandra Ollari, sepolta vicino ai genitori. Il parroco: «Alessandra spazzata via dalla violenza»

di Mara Varoli

16 Ottobre 2025, 03:01

«Su di lei si era scatenata una violenza terribile, un'ostilità tanto brutale quanto inspiegabile. Il nemico che ha fatto questo pensa di aver trionfato su Alessandra. Ma in realtà è il contrario: è piuttosto Alessandra che ha vinto. Anche con Gesù è stata la stessa cosa».

Parole dure, quelle di padre Aime Tilimbini, dall'altare della chiesa di Calestano per l'addio a Alessandra Ollari, ritrovata senza vita il 2 febbraio 2024 tra via Sidoli e via Zoni. Una morte, per la quale ancora non ci sono risposte e si attendono gli esiti degli esami scientifici. E che si prolunga da quel 29 giugno del 2023, quando la Ollari era uscita dall'appartamento di via Marzabotto per andare a fare la spesa, senza mai più tornare. Così, ai tempi aveva raccontato il suo compagno Ermete Piroli.

E nel giorno del funerale, Ermete è lì, in piedi in seconda fila nella chiesa che ha visto crescere Alessandra e che oggi la benedice come nel battesimo.

Il feretro chiaro è «vestito» di rose bianche, gladioli e margherite rosa, che accompagnano il ritorno di Alessandra «a casa», in quel piccolo cimitero dell'Appenino dove riposano papà Mario, indimenticato portalettere di Calestano, e mamma Elvira, anche lei conosciuta in paese per avere gestito la lavanderia. Un ritorno doloroso per tutta la comunità: «Tutti i cittadini di Calestano hanno vissuto questa tragica vicenda prima con apprensione e poi con stupore, quando è stato ritrovato il corpo - dice il delegato del sindaco, l'assessore Maurizio Ferrari -. La comunità è solidale con i famigliari e si auspica che venga fatta luce su questo terribile caso, anche perché quella di Alessandra era una famiglia molto stimata».

L'assemblea è riunita e il coro intona un canto che Alessandra avrebbe molto apprezzato, proprio per la sua fede e per la grande passione per il pianoforte. «Siamo qui riuniti per pregare per l'anima della nostra sorella Alessandra - apre padre Aime -. I nemici del Signore Gesù, dopo che lui fu deposto dalla croce, deposto in un sepolcro, credettero di aver vinto sul Signore, proprio perché era morto. Ora quel sepolcro chiuso è stato aperto. Cristo è risuscitato. Da lì è nata la nostra speranza e la nostra fiducia».

Il parroco porge le condoglianze ai famigliari, seduti nelle prime file dei banchi della chiesa e con gli sguardi feriti da una morte così inspiegabile. «L'esistenza di questa sorella è stata spazzata via da una violenza inaudita - prosegue padre Aime nell'omelia -. Potremmo aprire il cuore al desiderio di vendetta, al rancore, all'astio nei confronti di chi ha causato questa morte, che tra l'altro non conosciamo, ma sappiamo che questo non potrà restituirci questa sorella che abbiamo perso. Noi oggi abbiamo più che mai bisogno di intendere un messaggio di consolazione e di speranza che ci dia la certezza che tutto ciò che oggi rovina la vita, un giorno non ci sarà più». Di questo parla il libro dell'Apocalisse di San Giovanni apostolo: «L'apostolo che vive assieme alle sue comunità un tempo di persecuzione riferisce ciò che gli è stato rivelato - dice il parroco -: questo mondo, invecchiato dall'odio e dall'ingiustizia, dalla violenza e dalla perfidia, un giorno scomparirà per far posto a un mondo nuovo. Dio stesso si impegna a realizzare questo progetto di salvezza». Una ragione di speranza, per guardare avanti con fiducia: «Chi crede in lui sarà colmato di gioia - spiega ancora nell'omelia -. Su di lui si scatenerà una violenza terribile, ma al di là delle apparenze egli non verrà sconfitto: il suo amore è più forte di qualsiasi cattiveria. E sarà questo amore a prevalere e a fare di lui la via, la verità e la vita, colui che conduce gli uomini al Padre. È a lui, al Cristo crocifisso e risorto, che ora affidiamo questa sorella. Egli la accolga e le doni la pace eterna». Così la bara esce dalla chiesa, sempre sulle note di un canto: «Abbiamo studiato insieme al Conservatorio Boito - ricorda Marco, compagno di classe -. Frequentavamo anche la stessa classe di pianoforte, studio che entrambi abbiamo poi interrotto quando sono iniziate le scuole superiori, con Alessandra che frequentò il liceo Romagnosi con ottimo profitto. Era una ragazza a cui piaceva studiare, veramente brava, senza farlo pesare agli altri, generosa ed attenta alle necessità del prossimo». Un addio sofferto, ma Alessandra non è sola, ci sono i famigliari sulla strada della sepoltura: «L'ho tenuta in braccio quando era piccola - confessa un cugino, con gli occhi lucidi -. Nessuno potrà mai dire male di lei. Era molto legata a Calestano e alla sua casa». Un altro parente aggiunge: «Era una brava ragazza, una persona riservata e tranquilla. Quando è sparita abbiamo pensato: non la rivedremo più. Era troppo buona». Il carro funebre parte dalla piccola «piazza» del paese, in questo lento e commovente ultimo viaggio, che trova un saluto, solo sussurrato: «Ciao, Alessandra».

Mara Varoli

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