GENTE DI CAMPAGNA
Con la novità di “una giovane leva” entrata a portare avanti l’attività di famiglia, intrapresa dagli avi ai primi del Novecento, l’azienda agricola Pattini continua ad ingrandirsi nel tempo restando fedele alla tradizione di allevamento di vacche da latte.
Sono un centinaio i capi di bestiame attuali, di cui la metà in mungitura, ai quali si affiancano le colture di prato, frumento e mais. Paolo Pattini ha preso in mano le redini dell’azienda una ventina d’anni fa, dopo un lungo periodo di lavoro come ragioniere contabile in una ditta di autotrasporti. «In realtà - spiega - mi occupo dell’azienda da sempre. Quando tornavo a casa, di sera, davo sempre una mano. Poi, essendoci bisogno di affiancare in modo crescente i miei genitori, che comunque tuttora partecipano, ho deciso di dedicarmi completamente alla gestione».
Da un paio d’anni ha fatto il suo ingresso operativo anche il figlio Davide, 22 anni, diplomato all’Istituto agrario Galilei. «Ha scelto di dedicarsi a questo mestiere - prosegue Pattini -. Io gli ho parlato chiaro: guarda che è un lavoro duro. Devo dire che ha entusiasmo ed è contento. Forse a breve entrerà nell’attività anche mio fratello Pierluigi, che si occupa d’altro ma già partecipa».
Paolo Pattini ha una regola aurea per mantenere l’armonia nelle relazioni. «Discutere è normale. La forza delle aziende - la sua convinzione - sta proprio nel riuscire, a fine di ogni giornata, a trovare l’accordo». Note consonanti. Quelle dolenti, invece, iniziano con la complessità burocratica cui le aziende agricole sono tenute. «Ci vorrebbe una persona dedicata a girare per gli uffici a portare documenti, spesso per cavilli assurdi - motiva -. Per fortuna siamo aiutati dall'Unione Agricoltori, l’associazione che ci segue. E’ davvero difficile tenere dietro a queste formalità soffocanti. Adesso ad esempio abbiamo da “fare il fieno”, una raccolta da concentrare in una decina di giorni, finché il tempo regge. Non possiamo passare le giornate tra le scartoffie».
Si sta facendo sentire anche l’aumento dei prezzi, un punto cruciale per il settore. «Il mais, che ci serve per alimentare il bestiame e dev’essere consono alle regole per l’allevamento delle vacche destinate a Parmigiano Reggiano, è passato da 25 euro ad oltre 40 al quintale. I concimi sono triplicati. In gran parte, come l’urea, venivano dalla Russia e dall’Est in generale, quindi adesso gli altri fornitori li fanno pagare di più. Per non parlare delle bollette, raddoppiate, che iniziano a farsi sentire particolarmente con i condizionatori accesi in stalla giorno e notte».
Eppure, come ogni giornata che si rispetti, la conclusione di Paolo Pattini è nel segno della positività: «Sono soddisfatto di aver scelto questo lavoro, anche per la possibilità che offre di stare a contatto con la natura e gli animali e vivere all’aria aperta».
SCHEDA
Nome: Paolo Pattini
Età: 54 anni
Segno zodiacale: Gemelli
Hobby: Sciare e viaggiare
Sogno nel cassetto: “Fare
un lungo viaggio in moto
con mia moglie”
Azienda: Società agricola Pattini s.s., strada Casalunga 2, Pizzo di San Secondo
Attività: Coltivazione erba medica e cereali e allevamento bovino da latte per produzione di parmigiano reggiano.
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